Buongiorno,
cerco di riassumere la mia situazione. Sono sposato con mia moglie dal luglio 2012 e ad oggi non abbiamo figli, ma da circa 6/7 mesi il nostro rapporto è in crisi, la routine di tutti i giorni ha spento la passione che c'era all'inizio e anche i rapporti sessuali sono diventati sempre meno frequenti e coinvolgenti. Circa 2 mesi fa abbiamo affrontato insieme questa situazione tirando fuori da ambo le parti tutte le cose che non funzionavano. La mia soluzione era quella di cercare di recuperare insieme dove si poteva e valutare se buttare via 10 anni della nostra vita in cui siamo insieme. Da parte sua invece c'è stata fin da subito la volontà di provare a separarci per vedere cosa succedeva, io non ero d'accordo e gli ho espresso il mio parere. Dopo poco tempo una sera arrivo a casa da lavoro e lei non c'è, le chiedo che fine avesse fatto e lei mi dice che da quella sera era tornata dai suoi genitori lasciandomi senza parole, il tutto è testimoniato da messaggi sul cellulare.
Quello che volevo sapere è: questa situazione può essere considerata "abbandono del nucleo famigliare" da parte sua? Cosa comporta questo se decidessimo di divorziare? Ora è dal 29 aprile che non rientra in casa nostra, è necessario cominciare a rivolgersi ad un avvocato?
Grazie per le risposte
Luca
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Gentilissimo Luca,
la condotta di Sua moglie integra il reato di abbandono del tetto coniugale e, quindi potrebbe essere allegata la predetta violazione dell'obbligo di coabitazione a suffragio di una domanda di addebito.Tuttavia occorre ben valutare l'opportunita' dell'inoltro della domanda di addebito - che allunga i tempi del processo e, quindi aumenta le spese processuali-in questo senso: le conseguenze dell'accoglimento di tale domanda sono la perdita del diritto all'assegno di mantenimento nonche' dei diritti successori.In buona sostanza, se Sua moglie e' il coniuge piu' debole e, quindi potrebbe vantare la pretesa di un assegno di mantenimento, valuterei di procedere in tal senso; in caso contrario, lascerei perdere e cercherei di raggiungere un accordo per addivenire alla separazione consensuale.
A Sua completa disposizione per qualsiasi necessita'.
Cordialmente.
Avv.Silvia Parrini
In effetti sua moglie non poteva abbandonare la casa coniugale senza il suo consenso e tale condotta può essere valutata ai fini dell'addebito della separazione. Occorre pero considerare tutti gli aspetti del suo matrimonio, Le consiglio vivamente di rivolgersi ad un legale per essere seguito e consigliato in questa delicata fase della sua vita.. Se lo desidera la posso seguire. Mi contatti sul portar, i riferimenti li trova nel mio profilo.
Avv. Valter Vernetti
Sig. Luca, per poter parlare di abbandono bisogna valutare tanti aspetti del rapporto matrimoniale.... non esiti a contattarmi in privato, se vuole!
Saluti,
avv. Antonella Iovine
Il comportamento di Sua moglie potrebbe in sede di separazione giudiziale aver valore per la richiesta di addebito.
In ogni caso è sempre consigliabile tentare la via consensuale anche attraverso l'ausilio delle nuove procedure (negoziazione assistita)
Cordiali saluti.
sig. Luca in effetti sua moglie non poteva abbandonare la casa coniugale senza il suo consenso e tale condotta può essere valutata ai fini dell'addebito della separazione. Occorre pero considerare tutti gli aspetti del suo matrimonio, da quello affettivo relazionale a quello economico. quella della separazione, anche mediante negoziazione assistita, credo sia la strada migliore . ma è sempre meglio contattare un legale. Se lo desidera la posso seguire. Mi contatti sul portar, i riferimenti li trova nel mio profilo. Avv. Raffaella Scarinci
La condotta di sua moglie è valutabile in sede di separazione.
Le consiglierei comunque di trovare un accordo con la stessa per introdurre una separazione consensuale magari avvalendosi della negoziazione assistita.
Mi contatti pure tramite i riferimenti che trova sul portale nel caso volesse approfondire.
Cordiali saluti
Avv. Francesca Cardini