Buona sera Gentili Avvocati, è motivo di addebito il fatto che io non voglia il secondo figlio a causa di situazioni economiche, mi spiego io e mia moglie abbiamo un figlio di 4 anni, l'unico a lavorare sono io in maniera stabile, mi trovo a pagare il mutuo circa 500 euro mensili, percepisco 1,600 circa al mese, inoltre tutte le spese le affronto ovviamente io per intero.
Mia moglie vorrebbe il secondo figlio, io al momento non me la sento per una serie di fattori sopra descritti, da più di tre mesi minaccia di volersi separare e di farmi addebitare il divorzio con la causa che io non voglio altri figli, minaccia inoltre di volere essere mantenuta e che io debba andare via di casa entro febbraio se non mi convinco di volere il secondo figlio.
Tuttavia io continua a non essere convinto nel fare il secondo figlio,e non sono tranquillo del fatto che venga condannato.
Tutto questo è possibile, lei mi ha riferito che già si è informato con un avvocato il quale le avrebbe detto che se io mi rifiuto di avere altri figli lei potrebbe rivalutarsi su di me e farmi condannare non solo sulla parte dell'assegno divorzile, ma mi chiederebbe anche soldi per il danno che le ho recato.
Vi rammento che sono l'unico a lavorare e a percepire 1600 euro al mese, un mutuo di 500, mia moglie ne vorrebbe 350 per nostro figlio e 450 poichè le ho creato il danno, ragion per cui resterei con 300 euro mensili,da questi dovrei togliere altri 300 per dei prestiti, quindi resterei con 0 euro in tasca ed inoltre tutte le spese a mio carico e lasciare al casa entro febbraio.
Un avvocato mi ha detto che con ogni probabilità è possibile che io venga condannato poichè vengo meno ai doveri coniugali in questo caso quello di non voler altri figli, pertanto mi ha fatto intendere di prepararmi al peggio del peggio, anche alla povertà assoluta.
Attendo altri pareri e altre risposte.
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Non sono d’accordo. L’inosservanza di un dovere coniugale,da solo, non può giustificare addebito.
Inoltre, in concreto, prima di fare un altro figlio è giusto oltre che giustificabile raggiungere una discreta solidità economica.
Non vedo come questa unica divergenza possa determinare una accertata situazione di intollerabilità della convivenza.
Quanto all’importo dell’assegno di mantenimento, il
Giudice valuta la situazione patrimoniale di entrambi i coniugi e anche la potenziale capacità lavorativa di sua moglie, che verosimilmente dovrà darsi da fare in futuro.
Gentile signore,
il mancato accordo sull'avere un altro figlio non può essere causa di addebito di una separazione ma potrebbe indurre la moglie a richiedere la separazione.
L'obblgio di mantenimento del figlio già nato è un dovere di entrambi i genitori.
l'eventuale richiesta di un mantenimento a favore della moglie il Giudice tiene conto della situazione patrimoniale della famiglia e della potenziale capacità lavorativa del coniuge che chiede l'assegno di mantenimento.
Cordialità
avv. Emanuela Costa
Venezia
Gentile Ernesto,
ritengo che dati i doveri coniugali come stabiliti dall'art. 143 c.c. sia sua moglie a violarli.
L'articolo su citato infatti prevede che dal matrimonio derivi l'obbligo reciproco alla fedelta', all'assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione, entrambi i coniugi sono tenuti, quindi, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacita' di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.
Dal racconto che lei ha fatto della vicenda coniugale sua moglie non ha un atteggiamento collaborativo per l'andamento della famiglia ne rispetta l'obbligo all'assistenza morale nei suoi confronti, del resto un figlio non può che essere sotto tutti i punti di vista una scelta comune dei coniugi, né può obbligarsi qualcuno ad averli altrimenti si sfocerebbe in violenza.
Non le si può addebitare alcuna violazione posto che lei infatti un figlio lo ha desiderato e quindi avuto, tra l'altro sarebbe da approfondire questa come la causa della crisi familiare capace di poter procurare l'addebito alla signora.
avv. Marina Ligrani
Credo sia molto improbabile che lei possa in una domanda di separazione introdotta dalla sua signora, subire una declaratoria di addebito .
I Tribunali sono perfettamente consapevoli di quali e quanti difficoltà incontrino oggi la maggiorparte delle famiglie . La sua è una decisione di responsabilità nella consapevlezza che potrebbe poi non garantire al nascituro un futuro sereno .
Le decisioni comunque devono essere sempre prese di comune accordo . se il desiderio di sua moglie non coincide con il suo e questa divergenza di opinioni è cosi forte da indurla addirittura a chiedere la separazione , io credo che il vs nucleo prima di un passo del genere possa o forse debba chiedere aiuto ad un mediatore capace di sviscerare insieme a voi eventuali altri problemi familiari .
Ovviamente se non ci fosse la volontà di farsi aiutare e l'intenzionalità fosse quella di procedere con una separazione giudiziale da parte di sua moglie, Lei nn potendole mai impedire di dare concretezza a quella che è una sua volontà potrà solo difendersi in giudizio.
E' probabile che le richieste economiche contributo ed assegnazione casa possano trovare accoglimento . Quanto all'addebito ho sinceramente i miei dubbi che in sede civile ( gli obblighi principali sono di assistenza morale e materiale ) possa trovare accoglimento se il rifiuto trova le basi in valide giustificazioni
A sua disposizione comunque per ogni chiarimento
DB
Il suo rifiuto ad avere un altro bambino appare giustificato; pertanto ritengo che non costituisca motivo di addebito della separazione
Avv. Marco Rigoni