AMMISSIONE AL PASSIVO - INCARICO AVVOCATO
Ho incaricato un avvocato di seguire la mia pratica di ammissione al passivo del fallimento dell'azienda della quale ero dipendente. Regolarmente, fa si che io venga ammessa al passivo per quanto mi spettava. Dall'udienza ad oggi è passato più di un anno, durante il quale - nonostante i miei solleciti di verificare come mai il curatore non avesse inviato quanto mi occorreva per accedere al fondo di garanzia inps - lui non si è mai premurato di essere più stringente (oltre delle semplici email) per ottenere quanto occorresse. Qualche giorno fa sollecito personalmente il curatore, che in pochi minuti mi invia la lettera per l'INPS contenente le informazioni della pratica svolta e l'importo di cui sono creditrice. L'avvocato ritiene che il suo incarico si fermasse alla semplice ammissione al passivo, mentre io ritengo che sarebbe stato lui a dover reperire altri documenti che mi ha richiesto l'Inps e far si che io ricevessi semplicemente l'assegno a casa, cosi come è accaduto per tutti gli altri colleghi che si sono rivolti ad altri avvocati. Come mi suggerite di muovermi?