il decuius pochi giorni prima di morire rilascia una delega bancaria a un fratello autorizzandolo a ritirare tutti isoldi dal c/c,ciò avviene,poi lascia un testamento olografo in cui dispone che dei soldi nulla è dovuto ad altri 2 fratelli,senza menzionare la sua casa di proprietà la quale va in successione,nella divisione ereditaria oltre alla casa vanno anche i soldi del c/c considerati quale anticipo dell'eredità?
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Gentile Rosaria,
la disposizione testamentaria relativa ai soldi contenuti nel conto e ritirati da uno dei fratelli del defunto su sua delega è di per sé valida e non consente di considerare tali somme un anticipo della eredità. Questo perché, nella successione, i fratelli non fanno parte di quei soggetti ai quali la legge riserva una quota dell’eredità (c.d. legittimari) che sono solo i figli, il coniuge e i genitori, i quali possono agire per la reintegra di quanto elargito in vita dal defunto.
Discorso a parte si potrebbe fare sulla legittimità del testamento olografo, “sottoscritto pochi giorni prima del decesso”, potrebbe essere stato sollecitato e effettuato forzando la volontà di un soggetto magari in quel momento incapace di intendere e di volere, ma questa è tutta una questione da dimostrare ed eventualmente da far valere nelle sedi opportune.
Per quanto riguarda la casa, invece, non essendo oggetto di alcuna disposizione testamentaria, rientra nell'asse ereditario e va divisa secondo le regole ordinarie.
Confermo l'esattezza della risposta dataLe dall'avv. Navarra.
Avv. Chiarini Luciano
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Sia la casa che il danaro donato dal fratello rientrano nell'asse ereditario, per cui la somma in questione deve considerarsi un anticipo sulla quota. Devesi, però, tener presente che se gli eredi sono soltanto i figli, il de cuius poteva disporre della parte disponibile pari ad un terzo dell'asse ereditario e che di tale somma poteva disporne liberamente.
Distinti saluti.
Avv. Luciano Chiarini
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Gentile Signora,
i fratelli del de cuius non rientrano tra i c.d. legittimari, vale a dire le persone cui la legge (art. 536 cod. civ.) riserva una quota di eredità, anche contro la volontà del testatore.
Qualora, come nel caso da Lei esposto, il de cuius, in assenza di legittimari (figli, coniuge, genitori) nel testamento ha stabilito che una somma di denaro vada per intero a un solo fratello quest’ultimo nulla deve agli altri fratelli.
La casa, invece, in assenza di disposizioni testamentarie in merito andrà divisa tra i fratelli ai sensi del disposto di cui all’art. 570 cod. civ..
Cordiali saluti.
Gentile signora ,
in merito al caso proposto la norma generale è l'articolo 588 c.c. “Le disposizioni testamentarie, qualunque sia l’espressione o la denominazione usata dal testatore, sono a titolo universale e attribuiscono la qualifica di erede, se comprendono l’universalità o una quota dei beni del testatore. Le altre disposizioni sono a titolo particolare e attribuiscono la qualifica di legatario”. Il legato è soggetto all’azione di riduzione se il testatore non ha rispettato le quote di riserva ( o di legittima), disponendo oltre la quota di legittima, se sussistano ovviamente i legittimari. Diversamente il legato essendo attribuito in via specifica non viene considerato come quota dell'intera eredità.
Distinti saluti
La quota disponibile non può essere lesa da tale disposizione.
Va verificata la situazione e, nel qual caso, agire in riduzione.
Mi contatti pure tramite il portale se necessita di assistenza
Cordiali saluti
Avv Francesca Cardini
I fratelli non rientrano tra gli eredi cosiddetti necessari, cioè quelli ai quali la legge riserva una quota dell'eredotà. Infatti in questa categoria rientrano solo il coniuge, i figli e gli ascendenti (padre, madre, ecc). Pertanto se, come Lei dice, il de cuius ha stabilito per testamento che la somma in denaro vada interamente ad un solo fratello, questi nulla deve agli altri fratelli. Invece, poiché non vi è stata nessuna disposizione relativa alla casa, questa va divisa fra gli eredi in una percentuale che dipende dall'esistenza o meno, appunto, di figli, coniuge ecc. del de cuius.
Gentile Rosaria,
se la somma di fatto messa nella disponibilità del fratello delegato al ritiro dal de cuius, dovesse di fatto ledere la quota che la legge riserva agli altri 2 fratelli su tutto l'asse disponibile, allora questi ultimi potrebbero attivarsi legalmente per essere reintegrati nella quota loro spettante. Mi chiami al numero di telefono che trova sul mio profilo di questo portale.
Cordiali Saluti
Avv. Riccardo Galli di Piacenza
Tutto il patrimonio del de cuius va in successione.
Se un fratello ha avuto un anticipo in soldi o restituisce i soldi e concorre a tutto, oppure bisogna tenere da conto di quanto già ricevuto in soldi e bisogna decurtare tale importo dalle quote a lui spettanti sul resto del patrimonio, in questo caso sulla casa.
Se il testamento non tiene conto dei diritti di tutti i legittimare, eredi legittimi, può essere impugnato.
Se vuole approfondire mi contatti!
Cordiali saluti.
Barbara Spinella