scrivo per richiedere aiuto per la pratica di cittadinanza di mio marito.
Sono gía scaduti i 730 giorni dalla presentazione della richiesta di cittadinanza per matrimonio (10/10/2015) e non sappiamo se inviare un sollecito alla pubblica amministrazione, o una lettera di diffida per avere risposta in tempi brevi, visto che per matrimonio, mio marito acquisisce un diritto soggettivo alla cittadinanza.
Abbiamo anche visto la possibilitá di fare ricorso al TAL del Lazio, ma non so che costi possa comportare.
Viviamo all´estero (Spagna), ci siamo sposati nel 2009 in Spagna e la richesta di cittadinanza é stata inoltrata attraverso il consolato italiano a Barcellona dove sono iscritta all´AIRE.
Desidererei l´aiuto di un avvocato per poter redigere il sollecito o la diffida adeguatamente, e vorrei sapere se va spedita al consolato, dove abbiamo presentato la domanda, o dobbiamo recapitarla a Roma.
Grazie per la cortese attenzione.
Un saluto,
Marina Nigi e Yassine El Kandoussi
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Buonasera,
la pubblica amministrazione ha onere di rispondere entro i termini stabiliti.
Nel vs caso sarebbe opportuno sollecitare con diffida il Ministero competente e solo all'esito della richiesta di cittadinanza impugnare avanti al Tar in caso di risposta negativa.
Prima di impugnare e necessario attendere l'esito.
Resto a disposizione per ogni evenienza e saluto cordialmente.
Studio Legale
Massimo Cannata
Purtroppo i colleghi che hanno risposto non hanno capito il problema ed hanno fornito risposte sbagliate. In tema di cittadinanza per matrimonio, trascorsi 730 GG dalla presentazione della domanda di deve fare causa contro la Prefettura di competenza ed il Ministero dell'Interno davanti il Tribunale civile di Roma affinché il Giudice dichiari con provvedimento, da trascrivere nei registri dello stato civile, il conferimento della cittadinanza italiana per il richiedente. Trattasi infatti di diritto soggettivo acquisto e non di interesse legittimo.
Avv. Luigi Chilelli, Roma
E' consigliabile una diffida al Ministero e Ambasciata, entrambi hanno la loro sede legale a Roma. Se nemmeno con la diffida entro trenta giorni rispondono si può fare il ricorso al Tar, sempre a Roma in quanto competente territorialmente. Un Saluto e per qualsiasi altro chiarimento rimango a disposizione. Avv. Ilda Hasanbelliu, Foro di Roma.
La scelta del tipo di iniziativa da intraprendere compete a Voi. E' possibile , come dice anche il Collega, diffidare il Ministero ad adempiere e spesso la pratica si risolve. Altrimenti, si potrebbe, in teoria anche senza alcuna preventiva diffida, rivolgersi al TAR Lazio ai sensi dell'articolo 117 C.P.A. .
Per qualsiasi chiarimento sono disponibile
Salti cordiali
Avv.Antonio Cesarini