Un amico è regolarmente andato in pensione ma avanza crediti dai datori di lavoro (tfr, tredicesima, mensilità) per più di 10mila euro. Siccome la ditta ove lavorava è in procinto di giungere in procedure concorsuali o fallimentari, e non riesce a ripagarlo, lui potrebbe acquistare un immobile della ditta medesima scontando la somma pari al valore del debito ? Può essere specificata questo deprezzamento nell'atto? E in caso di procedura fallimentare si può disporre ugualmente la revocatoria anche se il giusto prezzo dell'immobile è pari alla somma nell'atto più il debito dei venditori?
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Buongiorno,
la risposta è no. per la par condicio creditorum, l'immobile andrebbe in revocatoria. Ciò significa che deve rientrare nella massa fallita o concorsuale per poter soddisfare prima i creditori privilegiati e lei lo è (meglio con un decreto ingiuntivo - titolo giudiziale), poi i creditori chirografari se resta qualcosa.
Si faccia inviare da un legale un lettera di diffida e messa in mora a cui segue un ricorso per decreto ingiuntivo con cui si inserirà al momento in cui il Curatore le invierà la comunicazione.
Cordialità.
Avv. Paola Federici
Il Suo amico potrebbe aspettare il fallimento o la diversa procedura concorsuale che si dovesse aprire, oppure agire prima giudizialmente, per il recupero del credito di lavoro.
L'idea dell'acquisto di un immobile della società,posto che il soggetto è a conoscenza dello stato di insolvenza della ditta, dovrebbe essere fatto valutando l'immobile al giusto prezzo, poggiandosi su di una perizia giurata meglio, e , penso che il pagamento potrebbe essere decurtato della somma vantata a titolo di credito , meglio però se portata in un titolo giudiziale.