Mio fratello ha 17 anni, gioca a calcio e vorrebbe continuare a farlo. Quel che succede è che la società dove è stato a giocare negli ultimi 5 anni ha chiesto il cosiddetto "premio preparazione". Ma come funziona esattamente? Sono soldi che non possiamo permetterci di pagare e che giudichiamo assurdo dover pagare, avendo sempre versato la quota annuale alla società. Cosa possiamo fare?
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Buongiorno,
è prassi comune, ma non giustificata dalle regole, che le società calcistiche chiedano una somma di denaro ai propri tesserati che vogliano svincolarsi per andare a giocare in altra società.
E' possibile comunque risolvere la situazione.
Mi contatti pure tramite il portale in caso di necessità.
Cordiali saluti
Avv. Francesca Cardini
Buonasera,
mi trovo anche io, con mio figlio diciassettenne, nella stessa condizione esposta. Il premio viene richiesto direttamente ai genitori perché la squadra che deve tesserare il minore non vuole o non può tirare fuori materialmente il denaro.
Peccato che poi la ricevuta verrà fatta fra le società, spesso maggiorata. Quindi in sostanza si tratta di un vero e proprio giro di denaro in nero.
Cinzia
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Dal 2013 ci battiamo per questa ingiusta e iniqua norma. Raccomandate AR a tutti gli organismi calcistici sia nazionali che internazionali (nessuna risposta). Raccomandate AR alla Commissione Europea per i diritti dell'uomo (Vedasi Art 24 Diritti del Minore). Ieri ci è giunta risposta da parte della Corte (dopo ben 3 raccomandate) con un questionario da compilare per fare ricorso. Chiunque volesse unirsi a noi ed eventualmente collaborare sarà ben accetto. Abbiamo un gruppo su Facebook dal nome Premio di Preparazione. Agli avvocati che leggono chiediamo consiglio su come procedere.
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La questione è puramente di diritto sportivo, e trova fondamento all'interno della Normativa Interna della Federazione Italia Giuoco Calcio. In base a quanto dispone l'art. 96 N.O.I.F. infatti: “Le società che richiedono per la prima volta il tesseramento come “giovane di serie”, “giovane dilettante”, o “non professionista” di calciatori che nella precedente stagione sportiva siano stati tesserati come “giovani”, con vincolo annuale, sono tenute a versare alla, o alle società perle quali il calciatore è stato precedentemente tesserato un premio di preparazione…”.
Si tratta dunque di un premio riconosciuto a quelle società, esclusivamente impegnate nella formazione giovanile di ragazzi destinati al calcio professionistico, per il lavoro svolto e le risorse impiegate al fine di crescere professionisti, i quali - essendo successivamente acquistati dalle società vere e proprie - andranno a rappresentare il futuro del movimento calcistico italiano.
Il premio andrebbe, di norma, pagato dalla società acquirente il cartellino nei confronti della società alienante, e non da parte del soggetto stesso.
Alla luce di quanto da Lei affermato la questione necessiterebbe di ulteriore approfondimento; Le chiedo, dunque, di contattarci al fine di poter rispondere al meglio ad ogni Sua domanda. Cordialmente, Alessio Messina
Il premio di preparazione consiste, in base alle norme attualmente vigenti, in un indennizzo riconosciuto a tutte quelle società - specializzate nella crescita e valorizzazione di giovani calciatori - che, alla luce di un percorso formativo e tecnico di livello, riescono a far acquistare i propri tesserati ad una o più società di calcio professionistiche (dunque militanti dalla LND in su).
Solitamente tale somma di danaro deve essere corrisposta dalla società acquirente, nei confronti della alienante il cartellino del giocatore, ragion per cui non comprendo - alla luce degli elementi desumibili dalla Sua richiesta - come mai tale pretesa sia stata indirizzata a Voi.
Le chiedo dunque di contattarmi, al fine di approfondire ulteriormente la problematica e trovare la migliore soluzione.
Cordialmente,
Alessio Messina