Buonasera,
mi chiamo Rania, premetto che la separazione l'ho voluta io per cui consensuale. La figlia 17enne vuole rimanere con il padre, la casa spetterebbe a lui ma lui ne ha già una in affitto. La casa coniugale l'ho messa in vendita e sarà sicuramente un po' lunga la faccenda. E fin qui ci siamo. Ho provato a cercare casa in affitto, ma da quanto ho capito non sono idonea perché prendo 1000 circa di stipendio, e dovrei avere qualcuno che mi fa da garante ma non ho nessuno. Lui prende 1500 e al giudice ha detto che manteneva la figlia solo lui. Io non ho voluto i 100 euro di mantenimento. La figlia non vuole andare via dalla casa coniugale. Ora: il mio ex mi ha dato un limite di tempo per uscire dalla casa coniugale, so che è un po' incasinato il mio discorso, ma spero di essermi fatta capire.
Cosa posso fare? Me ne devo andare sotto i ponti?
Grazie a chi mi risponde
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Gent.ma Sig.ra Rania,
in effetti, da quel che Lei scrive, molti particolari sono poco chiari.
Quello che posso intuire è che difficilmente, la sua, sia una separazione consensuale.
Appare chiaro, comunque, che il percorso giudiziale abbia complicato una separazione che poteva (ma forse potrebbe ancora) essere ben più serena.
Prima che i tempi della giustizia e delle carte bollate, nonché i toni che potrebbero inasprirsi, la costringano, come Lei scrive, ad andarsene “sotto i ponti” le suggerisco di valutare di contattare un Mediatore Familiare specialista in Mediazione Globale.
Se il rapporto con il padre di sua figlia non è completamente deteriorato, con il Mediatore Familiare potrete affrontare la questione della casa e raggiungere, in modo rapido ed efficace, un accordo condiviso e sostenibile. Accordo che poi i vostri legali formalizzeranno in termini giuridici affinché sia valido per entrambi.
Per individuare il Mediatore Familiare qualificato più vicino a voi, le suggerisco di consultare i siti delle Associazioni nazionali di Mediatori Familiari - A.I.Me.F. o S.I.Me.F.
Sperando di esserLe stato utile, La saluto cordialmente.
Dr. Natale Cento (Mediatore Familiare in Messina e Torino)
Gentile Rania,
facciamo un po' di conti. Da una parte c'e' Lei che guadagna 1000 euro e deve pagarsi una casa. Dall'altra suo marito e Sua figlia: hanno casa e hanno un'entrata di 1500 euro e la possibilità di vivere nella casa coniugale. A questa possibilità diamo un valore minimo di € 700,00. Suo marito ha anche un affitto di altra casa che Lei non ci specifica, ma consideriamo un minimo (al netto di tasse) di € 350,00. In breve, i due hanno risorse economiche per € 2.550,00. Considerando che vivono in 2, in proporzione, hanno anche dei risparmi. Per farLe capire, la statistica ci dimostra che se io vivo da sola e spendo 1000, con un'altra persona, facendo la stessa vita nella stessa casa, non spenderemo 2000,00, ma 1666,00. Quindi, Lei comprende che si trova in netto svantaggio e non Le consente certo di mantenere lo stesso tenore di vita tenuto durante il matrimonio. L'accordo firmato doveva prevedere almeno un contributo di € 300,00 a Suo favore.
Il consiglio e': cerchi di ragionarne con Suo marito, spiegandogli che, comunque, al momento del divorzio, ormai veloce, si rimettera' tutto in discussione e Lei potrà far valere le Sue ragioni. Se siete riusciti a trovare un accordo una volta, avete speranza di trovarne ancora.
In bocca al lupo!
Gent.ma sig.ra Rania,
dalle condizioni che avete stabilito in sede di separazione consensuale discende il diritto di sua figlia di abitare con il padre nella casa familiare.
Se dunque avete stabilito un termine per il rilascio si deve attenere a quello, altrimenti Suo marito può chiederle in qualsia momento di lasciare libero l’immobile.
Quello che le consiglio è di tentare un accordo con suo marito per poter rimanere nella casa ancora per il tempo necessario a trovare una diversa soluzione, oppure se ritiene che ciò sia proprio impossibile può provare a chiedere la modifica delle condizioni di separazione.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Avv. F.C. (foro di Roma)
Gentile Rania,
Non ho ben compreso la circostanza in base alla quale la casa coniugale spetterebbe a suo exmarito ma lei la mette in vendita.
Ad ogni modo se è vero che v'è stato un accordo in sede di separazione nulla potrà fare nel momento in cui il suo exmarito le chiede la casa coniugale, ma se lui, come ha scritto, ha già una casa in affitto e potrebbe rinunciare al possesso dell'appartamento coniugale e quindi lei potrebbe chiedergli di darla a lei in affitto per il tempo necessario ad un'altra soluzione.
Avv. Marina Ligrani
Buongiorno Signora Rania.
Purtroppo se è vera la circostanza per la quale Ella ha sottoscritto un verbale di separazione, poi omologato, che prevede l'assegnazione della casa coniugale al padre, Ella dovrà lasciare l'immobile alla scadenza indicata, se scadenza vi è, ovvero a semplice richiesta del Suo ex-marito.
Laddove le cose stiano davvero così è altamente consigliabile negoziare un diverso accordo ovvero valutare la possibilità di una modifica delle condizioni di separazione.
Cordiali saluti.
Avv. Luigi A. Musumeci
Buonasera Signora Rania.
Purtroppo se ha sottoscritto un verbale di separazione nel quale è prevista l'assegnazione della casa coniugale al padre e tale verbale è stato omologato, Lei dovrebbe lasciare l'immobile (se vi è una scadenza, alla scadenza, oppure a richiesta di Suo marito).
Per questo motivo, Le consiglio di tentare un altro accordo e/o di valutare la possibilità di procedere con una richiesta di modifica delle condizioni di separazione (quanto meno per ottenere un assegno di mantenimento).
Distinti saluti.
Avv. Stab. (Abogado) Rossana Delbarba
Gentilissima Rania,
se, come mi sembra di capire, è stata omologato dal Tribunale adito il verbale di separazione perosnale consensuale che prevede, tra le altre condizioni, l'assegnazione della casa familiare a Suo marito, Lei purtroppo dovrebbe rilasciare la casa familiare. Ma le domando: nel verbale avete stabilito un termine per il rilascio da parte Sua della casa familiare?
Ad ogni buon conto, in teoria Suo marito potrebbe procedere con l'esecuzione forzata di rilascio di immobile nei Suoi confronti sulla scorta del decreto di omologa. In pratica Le consiglio di parlarne in via bonaria con Suo marito e di tentare di trovare un accordo; trovato l'accordo, ideale sarebbe sottoscrivere una scrittura privata in cui date atto della Sua facoltà di permanere presso la casa familiare per un ulteriore periodo.
Cordilamente.
Buongiorno signora,
se la casa non le è stata assegnata in sede di separazione, purtroppo deve trasferirsi altrove. Da quello che ha scritto, intuisco che la figlia è stata collocata presso il padre che si è accollato il suo mantenimento esclusivo, pertanto la figlia ha diritto di abitare con il padre presso la casa familiare.
Le consiglio quindi di reperire al più presto in affitto temporaneamente una stanza e nel frattempo, considerando lo stipendio che percepisce, di reperire una sistemazione migliore con un contratto di affitto che non preveda garanti.
Cordiali saluti
avv. Federica Taiola