Causa contro mio padre biologico
Buongiorno. Ho 24 anni e vorrei fare causa a mio padre biologico. Ecco qui la vicenda in breve, forse molto simile a tante altre.
Sono il frutto di un matrimonio infelice, ho sempre vissuto con mia madre e mia nonna, mio padre mi vedeva sporadicamente e sempre sporadicamente partecipava alle spese. In casa sua venivo spesso lasciata in sala da sola o con i miei nonni paterni affetti da demenza. Nel 2007 separazione e nel 2009 divorzio consensuale. Mio padre nel corso degli anni si fa diminuire progressivamente il mio assegno fino a 450 euro al mese (lui dice per motivi di salute anche se posso tranquillamente dimostrare che frequenta mostre di cani o eventi simili e che dorme fino alle 10 del mattino), inoltre preso dall'ira, afferma che si vede "costretto a rinunciare alla patria potestà", ovviamente era un'affermazione campata in aria per far pena. Non rinuncia a nulla e, ormai grandicella cerco di riavvicinarmi nuovamente a lui. Dico nuovamente, perché spesso spariva per mesi sebbene abiti a 500 metri da me. Io l'ho sempre cercato ma pochi mesi dopo il mio compleanno sparisce di nuovo. Dopo vari tentativi e stanca della situazione decido di affrontare la mia vita senza cercarlo più. D'altronde è lui il padre e uomo maturo di 50 anni, non io.
Premettendo che già all'epoca fosse in debito di circa 7.000 euro per gli assegni da me non percepiti, da quel momento, ovviamente, non ricevo più una lira da lui, sebbene io sia all'università e cerchi di aiutare mia madre con qualche lavoretto saltuario.
Nel frattempo mia nonna muore (neanche mezza condoglianza da parte sua) e mia madre si ammala gravemente ed è tutt'oggi sotto cura.
Devo farmi forza ed affrontare mio "padre" da sola e quindi ho bisogno del vostro aiuto, chiunque possa consigliarmi.
Le mie richieste sono:
- far decadere la patria potestà/farmi disconoscere (so che è quasi impossibile ma se ci sono delle vie traverse sono disposta ad affrontarle, arrivando addirittura a metterlo alle strette)
- aggiungere il cognome di mia madre (avrei fatto togliere il suo ma finché rimango sua figlia)
- far si che, in caso di mia morte prematura lui non metta le mani sulla mia eredità (o il meno possibile, mi disgusta tale idea) e quindi mi ricollego al primo punto
- farmi versare tutti gli arretrati che mi deve + danni morali/esistenziali (se non posso eliminarlo per legge dalla mia vita almeno questo. Sembrerò materialista ma è un mio diritto)
Ricollegandomi all'ultimo punto aggiungo che potrebbe affermare, in sua difesa, di non riuscire a trovare lavoro (20 anni la stessa storia) e che il suo reddito sia minimo o che sia, forse, in pensione. Come dovrei muovermi in tal senso?
Da che tipo di legale devo rivolgermi?
Ringrazio chiunque possa rispondermi, più informazioni mi date, meglio io riuscirò ad affrontare questo percorso.
Valentina