Una persona adulta, oramai sui 50, può essere legalmente costretta a entrare in un centro di recupero per tossicodipendenti da un familiare? Dai suoi fratelli e dalle sue sorelle per esempio, i quali non sanno più come gestire questa situazione e come aiutarlo? O dev'essere una cosa volontaria? Grazie.
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In questi casi, più che un'interdizione o un'inabilitazione (che sono provvedimenti molto limitativi della capacità giuridica della persona e presuppongono presupposti di incapacità di attendere alla propria cura ed interessi molto gravi) può bastare presentare ricorso per amministrazione di sostegno al giudice tutelare del tribunale dove ha residenza o domicilio il beneficiario (L. 6/2004 e 404 cod. civ.).
Secondo la legge, infatti, "la persona che, per effetto di una infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica" (come appunto lo stato di tossicodipendenza), "si trova nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi, può essere assistita da un amministratore di sostegno, nominato dal giudice tutelare del luogo in cui questa ha la residenza o il domicilio" (art. 404 cod. civ.).
Il provvedimento del giudice dovrà conferire appositi e specifici poteri sanitari in capo all'amministratore di sostegno, ai fini del ricovero nella struttura.
Gentile Signora,
in questi casi occorrerebbe un provvedimento del giudice (interdizione, inabilitazione ecc.) per forzare un maggiorenne a fare qualcosa, a patto che ovviamente questo qualcosa non leda la libertà e i diritti degli altri.
Cordialmente