Chiarimenti su minaccia fatta per minacce ed ingiurie, chi devo ascolatre?

Inviata da Francesco. 18 ott 2016 Risarcimento danni

Salve, nel mese di marzo 2016 ho denunciato l'autista di un autocarro per mianacce ed ingiurie.

Brevemente espongo quanto accaduto: ho sorpassato con la mia macchina il mezzo in questione, in un punto dove non è consentita tale manovra. L'autista di questo autocarro va in escandescenza ed inizia a sfanalarmi ed a mettere la freccia per indicarmi di accostare in continuazione e sempre più frequentemente, nonostante io gli faccia gesto di calmarsi e di non prendersela. Dopo qualche centinaio di metri accosto per sentire cosa aveva da dirmi, restando seduto nella mia automobile. L'autista scende dal suo abitacolo ed estrae un martello che viene usato di solito dai muratori, comunemente chiamato mazzetta, si dirige verso di me e mi minaccia di spaccarmi la testa brandendo questo martello e mi chiede di scendere dalla macchina. Io ovviamente non scendo e quando lui sale di nuovo sul suo autocarro, gli fotografo il numero di targa e ritorno a casa mia. La mattina successiva mi sono recato in Questura a denunciarlo.

Ieri mattina mi chiama un funzionario della Questura il quale mi dice che, per risolvere la questione, si dovrà andare dal giudice di pace e che, secondo lui, non avendo testimoni, potrei facilmente prendere torto. Il mio avvocato invece mi dice che dovrei andare avanti lo stesso, che non mi devo preoccupare, perchè ho ragione io e che oltre ad un risarcimento danni l'autista dovrà anche rimborsarmi anche i costi delle spese legali.

Dunque, potrebbe darsi che: il mio avvocato abbia ragione e la Questura cerchi di farmi rinunciare all'idea di andare dal giudice per non intasare i tempi della giustizia, oppure si sbaglia il mio avvocato ed io rischio di buttare soldi per niente.

Chiedo quindi per favore un'altra opnione a voi, per poter avere un differente punto di vista. Grazie.

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Alla luce del suo racconto qui ci si dovrebbe occupare esclusivamente di minacce aggravate. Competenza del Tribunale e procedibile d'ufficio. Se così sarà un procedimento e la sua parola avrà un peso determinante. Il suo legale a mio modo di vedere ha ragione.

Studio Legale Nizzi Grifi Gargiolli Avvocato a Firenze

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Egregio Sig. Francesco,hanno parzialmente ragione entrambi:per la minaccia puo' bastare la sua parola nel processo penale mentre per l'ingiuria,in sede civile,senza testimoni non puo' conseguire risultati,e' l'effetto della depenalizzazione.Cordialmente Avv.Alfredo Guarino Napoli

Avv. Alfredo Guarino Avvocato a Napoli

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Egregio Signor Francesco.
Premetto che il reato di ingiurie è stato recentemente depenalizzato, pertanto non sarà più possibile portare avanti questo capo d'imputazione in sede penale.
Per quanto concerne il reato di minaccia, il martello da lei descritto può sicuramente essere ricompreso fra i corpi contundenti indicati dall'art. 339 cod. pen., inerente le circostanze aggravanti il delitto in questione; qualora la minaccia sia qualificata come grave, la competenza è del Tribunale e non del Giudice di Pace.
Circa la prosecuzione del procedimento, dovrei, per potermi esprimere, avere visione degli elementi di prova da lei indicati o in suo possesso. Cordialmente, Avv. Giovanni Tonelli

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Buona sera Francesco,
la parola della persona offesa (cioè lei) può essere sufficiente al fine di fondare una sentenza di condanna. Perciò mi trovo d'accordo con il suo legale.
Preciso solo che il reato di ingiuria è stato recentemente depenalizzato, ma non quello di minaccia.
Cordialmente

Avv. Lorena Steri Avvocato a Torino

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