Sono socia al 50% di una SNC composta da due soci, la mia socia un anno fa ha voluto aprirsi una sua ditta'individuale senza uscire dalla società, per poi fregandosene dei debiti che avevamo già dal 2009 di iva rateizzata e alcune le parcelle del commercialista non pagate che con fatica io sto attualmente pagando. Ho provato a mettermi in contatto varie volte per poter sistemare la nostra posizione sperando che si togliesse dalla SNC, ma l'unica volta che mi ha risposto ha detto che ha lei non interessava.
Premetto che lo statuto prevede che non si aprano ditte concorrenziali, cosa che lei invece ha aperto. Come posso muovermi perché esca dalla SNC? Avevo pensato alla liquidazione ma non essendoci accordo il commercialista me lo ha sconsigliato perché nello statuto vi è la clausola che bisogna passare per la camera arbitrale che oltretutto nella mia provincia non c'è più e quindi la procedura sarebbe più lunga e anche molto onerosa, l'unica cosa sarebbe continuare da sola per poi dopo 6 mesi diventare (se la socia uscisse) ditta individuale, esiste qualche modo per cacciarla? Per quanto riguarda i debiti posso rifarmi sulle fatture che lei emette, conoscendo il suo committente? Mi accontenterei anche del 1/5 dell'importo delle fatture che emette fino al saldo della sua parte di debito.Grazie per le risposte date.
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Lo svolgimento di attività in concorrenza viola l'art. 2301 c.c. e le consente sia di agire per il risarcimento del danno sia di chiedere l'esclusione del socio (ai sensi dell'art. 2286 c.c.).
Potrà quindi agire in questo senso, facendo precedere l'avvio del giudizio da una lettera di contestazione, anche al fine di "indurre" il suo socio ad una soluzione bonaria.
In caso di azione giudiziaria occorre verificare se la clausola arbitrale a cui fa riferimento si applica anche a questa situazione.
Gentile Sig.ra,
purtroppo le questioni concernenti le dinamiche dei rapporti societari sono in linea di massima particolarmente articolate e complesse e, al pari del caso di specie da Lei proposto, non possono nemmeno lontanamente trovare una corretta interpretazione e risoluzione senza una preventiva puntuale analisi, quantomeno dello statuto, dell'atto costitutivo e degli eventuali patti parasociali riferiti alla società. Ad ogni modo, dagli elementi di fatto da Lei rappresentati, ritengo siano individuabili e percorribili diverse possibili vie, tutte strumentali al raggiungimento dello specifico obbiettivo che si intende raggiungere (che, nella specie, mi pare prevalentemente essere quello di continuare l'esercizio dell'attività anche in forma individuale). Tali vie possono prendere in considerazione sia il rapporto tra il singolo socio e la società (esclusione, recesso), sia l'esistenza o meno della stessa società (scioglimento, messa in liquidazione), sia le modalità di gestione della società (responsabilità del socio-amministratore). Ad ogni modo, mi rendo sin d'ora disponibile per una più approfondita valutazione dei rimedi proponibili, anche dal punto di vista più prettamente concreto e fattuale.
Cordialmente
Previa valutazione dello statuto, credo si possa procedere con l'esclusione del socio per attività concorrenziale, come lei dice. Valuterà poi se instaurare una causa di risarcimento per tale motivo per chiedere anche i danni. Intanto si muova per ottenere un decreto ingiuntivo, se ha le fatture pagate per i debiti, ovvero proporre causa per tale motivo. Ottenuto il decreto o la sentenza può pignorare le commesse dei clienti della sua socia. Resto a disposizione per chiarimenti.
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