Buongiorno, mia madre è proprietaria di immobili (in comproprietà con sua sorella). Questi immobili sono: un capannone industriale sfitto e svenduto da anni (la sorella di mia madre ci ha già messo i bastoni tra le ruote in occasioni di vendita d'oro). Io e la mia famiglia siamo in condizioni di indigenza estrema da anni, condizione che ci ha portato anche a vivere senza utenze e ad essere iscritti alla Caritas. Ci siamo rivolti agli assistenti sociali che possono fare ben poco per aiutarci in quanto mia madre è possidente di questi immobili, ma totalmente bloccati per colpa di sua sorella (la quale ha subìto dei trattamenti sanitari obbligatori). La sorella di mia madre ha una situazione economica opposta anche se in realtà non ha mai lavorato. Ha anche un gestore finanziario in banca. Vorrei chiedere se la sorella di mia madre è tenuta a liquidare la metà dell'appartamento di mia nonna dato che comunque sua sorella vive nell'appartamento di sopra di cui è proprietaria. Sarebbe l'unica nostra possibilità di salvezza. Non sappiamo come altro fare, non abbiamo un lavoro ed è tutto impossibile. Non possiamo permetterci neanche di respirare. Grazie. Bianca
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Concordo con i Colleghi che hanno già risposto. Aggiungo solo che la comproprietà non è di ostacolo al patrocinio a spese dello Stato, per cui - sussistendone i presupposti da verificare con la Sua attestazione ISEE - può iniziare subito un giudizio così da sbloccare la situazione e pervenire, ove non vi sia richiesta di attribuzione dagli altri comproprietari, alla vendita coatta degli immobili
Buongiorno,
L'unica strada che vi rimane e' adire il tribunale per chiedere la divisione giudiziale dell'immobile in comunione ereditaria..., vi consiglio di rivolgervi ad un legale che vi saprà assistere in tale procedura. Il mio studio si occupa di queste pratiche, pertanto, qualora desideraste contattarmi sono a vostra disposizione. Cordiali saluti
Avv Michela parzani
Gentile Signora,
se Sua madre è d'accordo per la vendita del capannone ma Sua zia si oppone, Sua madre può chiedere al Tribunale lo scioglimento della comunione. La proprietà verrà periziata e, se nessuno dei comproprietari intende acquistare le quote dell'altro, verrà messa all'asta ed il ricavato suddiviso tra i comproprietari in ragione delle rispettive quote.
Resto a Sua disposizione per ogni eventuale chiarimento e Le porgo i migliori saluti
avv. Maria Franzetta