A dicembre 2019 mi sono licenziata andando in pensione per raggiunta anzianità.
Il mese dopo sono stata saldata dell'ultimo stipendio, ferie e quant'altro.
Rimaneva il tfr, circa quattromila euro.
Solo ora sono stata al riguardo contattata.
Mi è stato proposto un incontro con loro commercialista o legale, e un rappresentante sindacale, per firmare una conciliazione.
In quell'incontro mi sarà dato tutto il tfr e anche una sorta di premio in denaro assoggettato, per loro prassi, alla conciliazione.
Firmando quella carta sono sicura che il tfr mi verrà poi versato?
Come posso tutelarmi al momento della firma?
Potrei rifiutare la firma fintanto che la somma mi sia stata accreditata sul cc?
La presenza del sindacato, presente in azienda, può darmi tranquillità di quell'atto da firmare?
Come consigliate debba meglio comportarmi?
Grazie di cuore
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Puo sempre chiedere al datore che versi i soldi prima della firma e poi lei firma
Buongiorno signora,
Il verbale di conciliazione di solito si firma quando il lavoratore chiede il riconoscimento di somme contestate dal datore di lavoro e, a seguito di accordo conciliativo appunto, il lavoratore accetta una somma a titolo transattivo che gli viene corrisposta previa firma del verbale predetto. Il tfr è un emolumento che viene maturato dal dipendente nel corso degli anni di rapporto lavorativo ed è calcolato secondo criteri di legge pertanto non è necessario, in assenza di contestazioni sulla somma, firmare un verbale di conciliazione per poterlo ricevere. Tuttavia alcune ditte utilizzano questa prassi in quanto nei verbali sono contenute clausole di rinuncia tombale ad eventuali altre domande del lavoratore che, con la firma in sede sindacale o davanti all'ufficio territoriale del lavoro, non si possono più avanzare.
Il consiglio è quindi di farsi assistere da un legale che possa leggere il verbale prima della data fissata per la firma e possa concordare le modalità di pagamento del TFR assicurandole che venga versato contestualmente alla firma del verbale stesso.
Cordialmente
Avv. Nadia Berardi
Buongiorno signora,
Il verbale di conciliazione si firma nel caso in cui il lavoratore abbia rivendicato somme contestate dal datore di lavoro e si raggiunga poi un accordo conciliativo appunto in cui il lavoratore accetta una somma per evitare di andare davanti al Tribunale. Il tfr è dovuto per intero in quanto maturato sulla base della retribuzione spettante secondo i criteri di legge. Non vi è pertanto necessità di versarlo dopo la firma di un verbale di conciliazione.
Molte piccole imprese tuttavia per prassi fanno firmare un verbale di conciliazione in sede sindacale in occasione del versamento del TFR, in quanto tale verbale contiene clausole di rinuncia ad altre eventuali rivendicazioni che con la firma dello stesso non è più possibile richiedere.
Sicuramente per una sua maggiore tutela può essere utile farsi assistere da un legale in modo che possa leggere il contenuto del verbale e possa tutelarla sotto tutti i profili, prima di tutto per gli opportuni accordi sul pagamento del TFR dovuto che dovrebbe essere versato contestualmente alla firma.
Avv Nadia Berardi
In linea di principio la sottoscrizione di un accordo con l'assistenza del sindacato, come di qualunque altro tipo di accordo, non comporta automaticamente alcuna garanzia di effettivo pagamento. Tuttavia, qualora l'accordo venga sottoscritto "in sede protetta" (avanti l'ITL o presso una sede sindacale) il mancato pagamento delle somme ivi previste comporta la possibilità per il lavoratore di agire mediante ingiunzione di pagamento, ottenerne l'esecutività ed utilizzarlo per un'eventuale pignoramento.
In ogni caso, qualora sia previsto un pagamento rateale, suggerisco di far inserire nell'accordo la clausola di decadenza del beneficio del termine cosicché il mancato pagamento anche di una sola rata da diritto al lavoratore di agire come sopra senza dover attendere l'ultima scadenza.
Ricordo, altresì, che il pagamento del TFR e delle ultime tre mensilità di retribuzione è comunque garantito dal Fondo garanzia dell'INPS