Buongiorno,
volevo sapere se sono obbligata a far sentire telefonicamente mia figlia di 4 anni con il padre che vive in un'altra città. Non siamo sposati, viviamo separati già da 3 anni e lui ha presentato ricorso per l'affidamento della bambina. L'udienza è fissata per dicembre quindi fino ad allora non c'è nessun provvedimento del giudice a mio carico. Queste telefonate mi infastidiscono perché la bambina racconta dove siamo, con chi siamo e mi sento "controllata".
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Gent.ma Emanuela,
dopo aver letto le poche righe della sua richiesta, le chiedo di considerare il fatto che sua figlia è anche figlia del suo ex compagno.
Da quel che scrive, si comprende che sua figlia non vuol rinunciare né a lei, né a suo padre.
Anche se lei non vuol più avere alcun tipo di rapporto con il padre di sua figlia, sappia che un giudice potrebbe imporle obblighi anche più fastidiosi di quella telefonata.
Le chiedo, pertanto, di valutare tutti i suoi fastidi nell’ottica del benessere di sua figlia, la quale ha il diritto di crescere in modo equilibrato, godendo della presenza di entrambi i suoi genitori, che, pur se separati ed in città diverse, sono e rimarranno i suoi genitori.
La invito, quindi, a valutare di rivolgersi, insieme al padre di sua figlia a un Mediatore Familiare qualificato (ad esempio consultando i siti delle Associazioni nazionali di Mediatori Familiari - A.I.Me.F. o S.I.Me.F. - per trovare il professionista più vicino a voi).
Comprendo che, a quanto leggo, lei ed il suo ex non siete rimasti in ottimi rapporti, ma per il benessere di vostra figlia, le suggerisco di fare un tentativo di dialogo anche solo per concordare, tra di voi agli incontri di Mediazione familiare, le modalità di visita e la gestione della crescita della bimba.
Spero di esserle stato utile.
Dr. Natale Cento (Mediatore Familiare a Messina, Roma e Torino)
Ringrazio tutti per le risposte dove oltre i consigli legali riscontro quelli "personali". Non ho un rapporto con il padre di mia figlia il quale cerca sempre di inasprire i rapporti anche con gli altri familiari cercando di creare una voragine tra le due famiglie. Seguirò il vostro consiglio di agevolare i contatti telefonici tra il padre e mia figlia quanto più posso. Approfitto per un'ulteriore domanda alla quale in realtà è stata in parte data risposta: il padre durante alcuni incontri con la bambina con me presente l'ha ferita dicendole "la mamma non ti vuole bene" cosa che mi è stata riferita dalla piccola con le lacrime agli occhi "io non ci potevo credere" ho detto lei "papà scherzava, è stato sciocchino". Ora la mia domanda è: in sede giudiziale come posso provare questi racconti della bambina? La mia paura è che lui quando gli sarà affidata senza la mia presenza possa farle un "lavaggio del cervello" creando cosi confusione e destabilizzando mia figlia che in questi 3 anni ha vissuto con me in casa dei nonni materni, che per lei sono diventati un solido punto di riferimento affettivo e anche economico! Scusate se mi sono dilungata.
Cordiali saluti.
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In attesa del provvedimento del tribunale lei non può interrompere i contatti con il padre che, tra l'altro, non dovrebbero essere limitati ad una semplice telefonata.
Avv. Alessandro Dimauro
Torino
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Egr.a Sig.ra Emanuela,
certamente, intravvedo un obbligo morale di consentire alla bambina di avere contatti telefonici regolari col padre, inoltre se il padre ha iniziato una procedura per l'affido, motivo in più per non avere delle contestazioni in merito in sede giudiziale.
Solo se sussistessero dei comportamenti gravemente pregiudizievoli verso la bambina da parte del padre, allora in sede giudiziale potranno essere introdotti e contestualmente provati. Rimango a disposizione per eventuali consulenze più specifiche.
Buongiorno Emanuela,
prima di un obbligo giuridico, sussiste a Suo carico l'obbligo morale di consentire a Sua figlia di avere contatti telefonici col padre.Quanto precede nell'interesse preminente di Sua figlia che ha diritto, a prescindere dai Vs dissidi quali ex-compagni, di avere un padre ed una madre.Le consiglio pertanto di mettere da parte eventuali sentimenti di rancore verso il Suo ex- compagno che non sono dei "buoni consiglieri" per il bene di Sua figlia.Capisco che non sia facile ma e' necessario.
Tutto questo salvo che sussistano dei comportamenti gravemente pregiudizievoli verso Sua figlia da parte del padre: in tal caso dovranno essere allegati e provati in sede giudiziale.
Dunque se il comportamento del padre non e' censurabile, faccia come Le ho suggerito.
A Sua disposizione per qualsiasi necessita'.
Cordialmente.
Avv.Silvia Parrini