Buonasera. Mio padre ha 78 anni, in grado di intendere e di volere, ancora autonomo, vedovo da oltre un anno. Non avendo più la casa che sarà pignorata, da gennaio lo gestivamo sia io sia mia sorella, lo ospitavamo nelle nostre rispettive case 2 mesi a testa. Da fine giugno di quest'anno però, mio padre è fisso a casa mia perché dopo un'accesa discussione con offese reciproche fra mio padre, mia sorella, il suo compagno ed io, mia sorella ha buttato fuori casa mio padre e ha tentato di mettermi le mani addosso. Da quel momento abbiamo avuto diverse discussioni. Ultimamente mia sorella comunica con me ove necessario, solo tramite avvocato. Ho cercato più volte di chiederle se potessimo mettere una pietra sopra a tutto e ricominciare da capo ma mi ha comunicato che non vuole. Chiedo cortesemente se possibile, se posso intervenire legalmente con una diffida o con qualcosa di simile nei confronti di mia sorella e soprattutto del suo compagno che anziché calmare le acque, ha gettato benzina sul fuoco. Grazie mille.
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Buongiorno,non mi pare che possa inviare una diffida,che presuppone una condotta illecita,ma certamente può inviare o far inviare da un avvocato una raccomandata che inviti ad una diversa e più responsabile condotta.Cordialmente,avv.Alfredo Guarino Napoli
Buongiorno,
l’art. 315-bis c.c. stabilisce il dovere di assistenza morale e materiale dei figli verso i genitori anziani, quando questi non siano più in grado di provvedere autonomamente ai propri bisogni. Sua sorella, in quanto figlia, ha lo stesso obbligo che ricade su di lei, indipendentemente dalle relazioni personali tra voi. La sua decisione di escludere suo padre dalla sua abitazione, specialmente se questi non ha altre soluzioni abitative, potrebbe configurare una violazione di tale obbligo morale e materiale.
Può pertanto provvedere ad inviare a sua sorella una diffida formale nella quale richiede che collabori nell’assistenza al padre, specificando che il mancato adempimento ai suoi obblighi potrebbe portare a un’azione legale.
In casi estremi, può segnalare la situazione al Tribunale per i Minorenni, competente in materia di rapporti familiari, richiedendo un intervento per definire un piano di gestione e assistenza del genitore. Questo potrebbe portare a una valutazione delle responsabilità di sua sorella rispetto agli obblighi di cura.
Inoltre, se gli atteggiamenti del compagno di sua sorella o le offese reciproche hanno superato il livello di semplice conflitto verbale (es. ingiurie o minacce gravi), può considerare una querela nei confronti di queste persone per tutelarsi da ulteriori aggressioni o intimidazioni.
Restando a disposizione, molto cordialmente saluto.
Avv. Fabio Casaburo
Gentile sig.ra Agosti,
l'obbligo di prestare gli alimenti è sancito dall'art. 433 c.c. e ssgg ed è a carico di tutti i figli.
A disposizione per una consulenza
Cordialmente