Diritto di recesso acquisto cane

Inviata da Michela. 14 set 2024

Buongiorno,
a Marzo 2024 ho visitato un allevamento a più di 300 km da casa per valutare l'acquisto di un secondo cane oltre a quello che già vive con me, per la somma di 1500 euro.
Mi metto in lista di attesa (versando un acconto di 500 euro), per la cucciolata di una cagna, cagna che senza avvisarmi l'allevatrice aveva poi deciso di non riprodurre, e pertanto mi propone altro accoppiamento di cui non ero molto sicura. A ridotto dei 50 giorni dei cuccioli, mi viene proposta una cucciola che purtroppo non riesco ad andare a vedere in allevamento. Ad ogni modo mi viene detto che questa è la cucciola giusta per la nostra famiglia e fidandomi verso i restanti 1000 euro via bonifico. La cucciola mi viene consegnata frettolosamente a 55 giorni di età nelle prossimità del paese dove vivo, la porto a casa. Premetto che per farmi seguire nell'educazione della nuova cucciola, l'allevatrice mi aveva caldamente suggerito una sua amica educatrice cinofila. Fidandomi anche di questo suggerimento, verso 380 € via bonifico alla suddetta educatrice cinofila per un pacchetto di 10 lezioni.

Sin dall'arrivo a casa della cucciola, noto reazioni di stress del mio cane adulto che vanno a peggiorare nel corso dei giorni con comportamenti preoccupanti (abbaio a vuoto, passeggiamento nervoso avanti e indietro per casa, iperreattività, ipersensibilità, malessere, insonnia). Al secondo giorno di permanenza chiedo consiglio ad allevatrice ed educatrice cinofila: quest'ultima nemmeno mi lascia parlare continuando ad asserire che è normale. La situazione precipita e dopo 6 giorni, prendo coraggio, scrivo un whatsapp all'allevatrice e le dico che non posso tenerla. Premetto che nel contratto di compravendita è inserita una clausola che impone di riportare il cane in allevamento in caso di problemi.
Al settimo giorno, il 17 Agosto, mi metto in viaggio e riporto la cucciola in allevamento. L'allevatrice mi dice che proverà a riabbinarla a nuovi proprietari e mi girerà tutto l'importo che prenderà, dando ad intendere che potrebbe non essere tutta la somma. Anche qui mi fido. Anche se il giorno dopo, vedo sulla pagina facebook dell'allevamento la cucciola proposta anche in co-own (vale a dire a fronte del pagamento del solo rimborso spese). Poi parlo con un conoscente il cui collega ha vissuto un'esperienza simile, e mi fa notare che la compravendita di animali è regolata dalla legge al consumo, che il diritto di recesso è valido se comunicazione e restituzione del "bene" avvengono entro 14 giorni, e che ho diritto a ricevere la somma nella sua interezza.
Giro l'informazione gentilmente all'allevatrice, chiedendo se gli risulta corretta, ma lei si arrabbia moltissimo e ne sorge una diatriba dove mi accusa di cattiva fede, chiama l'educatrice e quest'ultima mi scrive un messaggio rifiutandosi di erogare le 7 lezioni rimaste e anche di rimborsarmi i 266 euro per le lezioni non godute.

L'allevatrice a questo punto mi dice che lei è una persona integra e che mi verserà l'importo entro i primi di settembre. Poi in una mail mi scrive che mi bonificherà tutto entro il 15 Settembre. Adesso propone un bonifico di 500 € con ritardo di una settimana rispetto al promesso, e la restante parte "nei giorni a seguire".

Come posso comportarmi? Ci sono gli estremi per intraprendere un'azione legale con allevatrice ed educatrice? E' possibile addebitare loro anche le spese legali?
Grazie sin da ora

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Buongiorno,
nel caso da Lei descritto, è possibile intraprendere azioni legali sia nei confronti dell'allevatrice che dell'educatrice cinofila. Secondo il Codice del Consumo, in caso di recesso esercitato correttamente entro i 14 giorni, il consumatore ha diritto a ricevere la restituzione integrale dell'importo pagato, e il venditore deve procedere al rimborso senza indebiti ritardi e comunque entro 14 giorni dal recesso.
Tuttavia, per quanto riguarda l’educatrice cinofila, si tratta di un contratto di prestazione di servizi. L’educatrice si è rifiutata di erogare le lezioni già pagate e non ha provveduto a un rimborso per quelle non godute. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a un inadempimento contrattuale da parte dell’educatrice.
Pertanto, se l’allevatrice continua a ritardare i rimborsi o a proporre somme parziali, provveda ad inviare formale comunicazione di diffida e contestuale messa in mora.

Restando a Sua disposizione, molto cordialmente saluto.
Avv. Fabio Casaburo

Studio Legale Casaburo Avv. Fabio Casaburo Avvocato a Torino

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