Buongiorno.
Riassumo velocemente la via vicenda kafkiana; da dipendente di ente pubblico chiedo e ottengo nel 2010 la mobilità verso altro ente pubblico. L'ente di provenienza mi concede due anni di tempo per rientrare qualora ci ripensassi, e ciò con una specifica clausola nella delibera di nulla osta (anche se supportata da un riferimento normativo inesatto). Prima della scadenza dei due anni chiedo di "rientrare" all'ente di partenza che si accorge che la clausola di allora era illegittima e la annulla in autotutela (febbraio 2012) e non accetta quindi la mia domanda, essendo, appunto, basata su una clausola illegittima. Il legale a cui mi rivolgo sostiene che il ricorso va fatto al Giudice del Lavoro, essendo la materia "pubblico impiego" diventata di competenza del Giudice Ordinario. Dopo quasi 4 anni, il Giudice del Lavoro non accoglie il ricorso sostenendo l'errore di competenza; dovevo, secondo il suo parere, rivolgermi al Giudice amministrativo, per valutare nel merito dell'autotutela dell'ente.
Ora, gentilmente in questa sede chiedo; il mio avvocato, che nel frattempo si fa negare al telefono e per mail, avendo sbagliato competenza è tenuto a risponderne (la sua parcella, salata, è già stata pagata e avendo perso il ricorso sono tenuto a pagare le spese dell'ente chiamato in causa)?
La sentenza è di pochi giorni fa, posso ora ricorrere (dopo 4 anni, vista il processo del lavoro appena concluso), al giudice amministrativo?
Grazie
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Buongiorno,
tecnicamente sarebbe possibile con l'istituto della transatio judicii adire il giudice munito di giurisdizione, ovverosia il Giudice amministrativo. Rimane il problema che se il provvedimento di autotutela è legittimo, non potrà ottenere una pronuncia satisfattiva da parte del Giudice amministrativo.
A disposizione per chiarimenti.
Cordiali saluti
avv. Filippo De Luca
Egr. Francesco
da quello che risponde non credo che ci siano gli estremi per agire contro il collega. Tuttavia sarebbe opportuno leggere la sentenza e capire se l'errore del suo difensore è stato per così grossolano ed allora ci potrebbero essere dei presupposti. Il fatto che si faccia negare e che non curi la sua posizione potrebbe dare invece spazio, sussistendone i presupposti, ad un procedimento disciplinare.
La questione è obiettivamente delicata e richiede un ponderato approfondimento a partire dal contenuto della sentenza del Giudice del Lavoro.
L'eventuale impugnazione, infatti, si giustifica solo se vi sono buone prospettive di successo in appello.
Quanto alla possibilità di ricorrere oggi contro il provvedimento amministrativo, mi sentirei di escluderla, sia per il decorso dei termini per impugnare, sia perchè l'annullamento in autotutela da parte della pubblica amministrazione sembrerebbe comunque legittimo.
Per il resto vi è solo da registrare che ad oggi la sentenza produce i suoi effetti (anche in punto di spese legali) così come è, anche se in ipotesi fosse errata, fino a quando, tramite un'eventuale impugnazione, non venisse riformata.
Cordialmente.
Studio legale Ercoli
Egregio Francesco,
per poter capire se è ancora possibile procedere con un ricorso al TAR sarebbe utile poter esaminare la sentenza del Giudice del Lavoro.
Se vuole resto disponibile.
Cordiali saluti,
Avv. Antonella Lopopolo