Buongiorno Avvocati.
13 mesi fa ho querelato per diffamazione ingiurie e minacce una persona che conosco perché avrebbe postato sulla sua bacheca di Facebook ben 6 post nell'arco di 2 mesi, contenenti il mio nome e cognome, pieni di insulti e diffamazioni gravi che mi hanno portato molte conseguenze con parenti e conoscenti, e anche nella mia vita coniugale.
Questi 6 post sono stati commentati da un totale di 100 persone che mi insultavano e diffamavano gratuitamente senza motivo e senza conoscermi.
L'autore dei post dopo 7 giorni li ha eliminati tutti.
Nella querela ho specificato che i post sono stati eliminati (mi sono stati tutti inviati da persone che mi hanno informata sui fatti e che avevano questo tizio tra gli amici quindi io non ero "presente" e non potevo difendermi).
Ho chiesto in Procura ed è ancora in fase di indagini.
Ho richiesto di essere informata in caso di archiviazione.
Chiedo a voi:
Se i post sono stati eliminati ma ho tutti gli stamp anche dei numerosi commenti degli utenti, e anche dei testimoni, si può parlare lo stesso di diffamazione?
Non è che avendo cancellato il tutto per paura di una denuncia (che comunque c'è stata) si archivierà la mia causa?
Grazie.
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Salve,
in materia di diffamazione a mezzo internet, pur in assenza di una precisa specificazione legislativa, dottrina e giurisprudenza considerano ormai pacifica l'inclusione di simili fattispecie all'interno dell'art. 595 del Codice penale, ove è stabilito che "Chiunque, fuori dai casi ex art 594 C.p., comunicando con più persone offende l'altrui reputazione è punito con la reclusione sino ad un anno o con la multa sino a € 1.032,00".
Il terzo comma prevede poi una aggravante specifica, nel caso in cui l'offesa sia recata col mezzo della stampa "o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità".
In merito alla Sua domanda Le posso assicurare che, secondo recente giurisprudenza, in tema di diffamazione tramite Internet occorre tenere a mente che, trattandosi di un reato di evento, si consuma nel momento e nel luogo in cui i terzi percepiscono l'espressione ingiuriosa e, dunque, nel caso in cui frasi o immagini lesive siano immesse sul Web e dunque alla disponibilità di chiunque abbia una connessione ad internet per potervi avere accesso. Il fatto che siano state cancellate, dunque, può al massimo configurare una sorta di "pentimento" (a mio avviso nemmeno tale, dal momento che l'eliminazione è avvenuta dopo sette giorni), ma la condotta integrante il reato comunque rimane.
Resto a Sua disposizione per ulteriori approfondimenti ed assistenza, cordialmente
Alessio Messina
Gentile Signora se ha allegato le chat whatsapp alla denuncia querela spetta all'imputato provare che non e' vero attraverso l'acquisizione forense di whatsapp. Lei potra' fare opposizione alla richiesta di archiviazione e costituirsi parte civile in giudizio
Distinti saluti
Avv. TICOZZI CHIARA
Gentile signora Chiara,
certamente può avvalersi di testimoni in un giudizio per diffamazione ed ingiuria. È però necessario che fornisca anche lo screen-shot, compiendo eventualmente una videoripresa in presenza di testimoni e conservando poi sia la videoripresa che l’apparecchio impiegato per l’operazione.
La diffamazione a mezzo internet si consuma nel momento in cui le frasi ingiuriose, diffamatorie o comunque lesive dell’altrui reputazione sono percepite dai terzi, quindi dal momento in cui vengono messe in rete attraverso la pubblicazione. A nulla valendo il fatto che siano state successivamente eliminate.
Pertanto tale ultima circostanza non è idonea a giustificare l’archiviazione della denuncia, il procedimento dunque seguirà il suo corso e lei potrà costituirsi parte civile o proporre un autonomo giudizio in sede civile per il ristoro del danno cagionato dalle lesive pubblicazioni sul web.
Cordialmente
Avv. F.C.
Gentile Laura anche se i post sono stati cancellati possono sempre "rivivereW attraverso una perizia informatica in eventuale processo
comunque con gli elementi documentali e testimoniali di cui dispone ritengo sia improbabile una archiviazione.
Mi contatti se ne avesse bisogno.
Cordiali saluti
Avv Francesca di Nardo
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Buonasera, il fatto di aver cancellato le espressioni offensive non basta a far archiviare il procedimento. Infatti, nel periodo in cui il post è stato visibile su Facebook molte persone lo hanno letto, come appare evidente dai 100 commenti, e questo è sufficiente per ritenere la sussistenza del reato di diffamazione. Le indagini durano a lungo non tanto per la complessità del caso ma perché le Procure sono letteralmente sommerse di lavoro.
Se ha le foto dei post, e in fase di dibattimento verranno alcune persone a testimoniare, nn avrà problemi ad ottenere una condanna. Volendo potrebbe già agire, senza attendere l'esito del processo penale, in sede civile per la richiesta del risarcimento del danno
Resto a disposizione
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Buongiorno, il solo fatto di aver tolto i post non giustifica una archiviazione. Ciò ha solo impedito il protrarsi delle conseguenze dannose. Le consiglio, se già non l'ha fatto, di comunicare in procura che vuole essere avvertito in caso di richiesta di archiviazione. Così facendo avrà la possibilità di sapere se vi è una richiesta in tal senso e potrà opporvisi. Se è interessato ad approfondire il caso, ci contatti pure. Le forniremo la consulenza ed assistenza del caso. Cordiali saluti. Avv. Annamaria Vizzolesi.
Io ritengo abbia sporto querela per il reato di diffamazione aggravata (dato l'uso del mezzo informatico che ha dato massima pubblicità alle frasi offensive del suo onore e della sua reputazione). Se la querela è stata proposta entro tre mesi dalla pubblicazione delle frasi, credo che la loro cancellazione non comporti l'archiviazione del procedimento. Resto a disposizione per ogni chiarimento. Avv. Bottino - Vicenza.