Favoreggiamento spaccio

La prospettazione fattuale insita nella domanda è davvero troppo succinta per formulare una risposta minimamente adeguata, in pratica non è dato comprendere se il reato ipotizzato sia il favoreggiamento, personale o reale, ovvero il concorso eventuale nel reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Ad ogni buon conto preciso che il favoreggiamento personale, ex art. 378, c. 1, c.p., è punito con la reclusione fino a quattro anni e si realizza quando si aiuti l’autore del fatto ad eludere le investigazioni, dopo il fatto stesso e senza essere in esso concorso, con la possibilità di andare esenti da pena, ex art. 384, c. 1, c.p., nel caso si sia agito per salvaguardare libertà ed onore di se stessi o di un prossimo congiunto; mentre il favoreggiamento reale, ex art. 379 c.p., è punito, in caso di delitto, con la reclusione fino a cinque anni e si realizza quando si aiuti l’autore del fatto a conseguire il prodotto o il profitto o il prezzo del reato, sempre non ricorrendo gli estremi del concorso nel reato.
Nel caso ricorra quest’ultima condizione, invece, si rammenti che il concorso eventuale nel reato (artt. 110 e ss. c.p.) si realizza quando qualcuno, ponendo in un condotta non propriamente prevista dalla legge come reato (c.d. atipica), agevoli la causazione dell’evento generato dalla condotta tipica posta in essere dal soggetto agente (concorso materiale), ovvero faccia sorgere o rafforzi il proposito criminoso di costui (concorso morale), il tutto sempre condividendone anche la finalità delittuosa.
Specie nella tematica della droga, si pone spesso la necessità di distinguere il concorso punibile, dalla c.d. “mera connivenza non punibile”, ossia la situazione di chi assista alla commissione del fatto senza prendervi parte alcuna, neppure facendo sentire l’agente più sicuro di sé, rafforzandone il proposito criminoso.
Ciò può verifica, ad esempio, quando qualcuno riceva in casa propria un amico, per pura e semplice ospitalità, sapendo, però, che porta con sé della sostanza stupefacente destinata alla vendita.
È forse questo o simile a questo il caso insito nella questione proposta?
Avv. Gianluca Bergamaschi.