Fine convivenza con figli e mutuo cointestato
Sono il padre di due bambini di 6 e 8 anni anni, in via di separazione con la ex compagna (non siamo sposati) e abbiamo un mutuo cointestato per l'abitazione principale cointestata.
La mia situazione patrimoniale è la seguente: 2000€ per 14 mensilità come reddito da lavoro dipendente, a cui si aggiungono circa 300€ per 12 mensilità per reddito diverso derivante da una casa vacanze cointestata con la mia famiglia - reddito comunque variabile e non prevedibile.
La mia compagna ha un lavoro a tempo indeterminato, 1650€ per 13 mensilità. Il suo stipendio sarebbe di poco maggiore al mio, ma usufruisce di un part-time volontario dalla nascita del secondo figlio. Ha inoltre un mutuo per una seconda casa di circa 430€ per cui riceve un'affitto non registrato di 285€.
La fine del rapporto è derivata da una incompatibilità di carattere molto forte e acquisita nel corso del tempo, diventata vero scontro da quando sono venuto a conoscenza di suoi tradimenti e bugie.
Cercando un'accordo condiviso, avevo chiesto da tempo di rivolgerci ad un'avvocato in maniera congiunta per arrivare ad una separazione amichevole. Ultimamente con questa modalità avevamo raggiunto un'accordo per il pagamento da parte mia del mutuo, casa cointestata affidata a lei e i bambini come abitazione principale, assegno di 200€ a bambino, mio affitto in zona limitrofa, bambini affidati in maniera congiunta tra me e lei (8 giorni lei e 6 giorni io nell'arco di due settimane). In base a questi accordi verbali ho pagato l'intermediazione di un'agenzia e pagato la prima mensilità per un'appartamento in affitto (1000€). Al momento di formalizzare l'accordo la mia ex compagna ha però cambiato i termini delle visite ai bambini e richiesto 280 a bambino.
Pur avendo disponibilità ad arrivare a 250€ a bambino da parte sua, una volta tolto il mutuo, assegno e affitto, l'accordo mi lascerebbe con un reddito di 800€, di cui solo 500€ sicuri in quanto derivanti dal lavoro dipendente. A questo reddito chiaramente saranno da togliere le spese quando stanno con me (quasi il 50% del tempo), quelle straordinarie e ferie con i bambini, con un serio rischio di non potere permettere ai miei bambini del tempo di qualità e spese straordinarie appunto.
Le mie domande sono le seguenti:
1) La sua richiesta di 250€ a bambino è compatibile con la nostra situazione economica, inconsiderazione del mio pagamento del mutuo al 50% per la casa principale che non usufruirei, e la necessità di pagare anche un'affitto aggiuntivo?
2) Un'eventuale giudizio, può tenere conto del suo rapporto part-time volontario in sede di quantificazione dell'assegno di mantenimento, nel caso forzarla ad un'impegno lavorativo maggiore?
3) Da febbraio 2017 ci stiamo dividendo al 50% il tempo con i bambini, alternandoci nella casa principale. La divisione del tempo al 50% può essere considerato dall'eventuale giudice, e magari reiterato in sentenza con mia esclusione dal pagamento degli assegni familiari, seppure con l'obbligo di lasciare la casa familiare e prendere una casa in zona limitrofa dove abitare per metà del tempo con i bambini?
4) Per l'acquisto della casa, della macchina, lavori di ristrutturazione ho anticipato oltre 55.000€ in più rispetto alla mia ex compagna, parte dei quali in regime di detrazioni fiscali per cui lei riceve rimborsi in fase di compilazione del 730 (bonifici in uscita dal suo conto e fatture intestate a lei, ma facilmente legabili a miei bonifici subito precedenti dal mio conto al suo). In aggiunta per 10 anni ho contribuito al pagamento del mutuo della casa a lei acquistata e a lei intestata(di cui ho parlato sopra). Si può pensare ad una causa per ingiusto arricchimento per tutti questi importi, e nel caso con quali speranze di successo?
5) Quanto pagato per il tentato affitto, in seguito all'accordo verbale raggiunto con l'avvocato congiunto (agenzia e prima mensilità ossia 1000€), può essere addebitato a lei?
6) La mia ex può forzarmi ad uscire dalla casa cointestata, allontanandomi dai miei bambini?
7) Nel corso specialmente degli ultimi due anni, ho subito aggressioni verbali, fisiche (pugni, calci) da parte sua, oltre a sputi. Per fortuna sono una persona molto equilibrata e non ho mai risposto fisicamente, e per non aggravare la situazione di alta conflittualità ho evitato anche di sporgere denuncia. Molti di questi episodi si sono verificati anche davanti ai bambini. Non vorrei aumentare la conflittualità come detto, ma questo può essere tenuto in considerazione, e nel caso a che livello?