Buongiorno sono divorziata con un figlio maggiorenne. Il mio ex marito si è risposato e ha un figlio. La casa dove vivo ed ho il diritto di abitazione è metà mia e metà del mio ex. Se lui muore perdo il diritto di abitazione? L'eredità della sua parte va divisa tra i due figli e sua moglie? Grazie
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Miglior risposta
Questa risposta è stata utile per 2 persone
L'eredità andrà suddivisa come da Lei indicato. Se Lei è proprietaria per metà, dubito abbia il diritto di abitazione. Probabilmente Lei è assegnataria della casa in sede di divorzio. Essendo proprietaria non corre rischi.
Buongiorno Sig.ra Romina,
per essere precisi, sarebbe opportuno sapere cosa avete stabilito in occasione del divorzio, per quanto riguarda l'ex casa coniugale.
Detto questo, a seguito del divorzio, viene meno lo status di erede, per cui Lei non ha alcun diritto (di successione) sulla quota del 50% dell'ex marito, in caso di suo decesso.
Detto questo, la Sua quota del 50%, proprio perchè di Sua esclusiva proprietà, è inattaccabile.
Mi contatti pure qualora avesse necessità di ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti.
Avv. Luca Grassini.
Sig. Romina buongiorno. L'art. 581 c.c. dispone che se con il coniuge concorrono più figli, un terzo spetta al coniuge superstite e la differenza va ripartita equamente fra i figli. Quindi, permanendo la situazione attuale, spetterà a ciascuno un terzo. Ove il suo ex marito dovesse avere altri figli, i due terzi del patrimonio andranno equamente divisi fra tutti i figli.
Il diritto di abitazione è un diritto reale di godimento che ha ad oggetto un casa di abitazione, e attribuisce al suo titolare la facoltà di abitarla limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia (art. 1022 c.c.). Tale diritto si acquisisce generalmente con atto fra privati (l'unica ipotesi di costituzione legale è prevista dall'art. 540 c.c. in favore del coniuge superstite sulla casa destinata a residenza familiare, ove concorra con altri chiamati all’eredità). Ne consegue che probabilmente, nel suo caso, più di di diritto di abitazione, ci troviamo dinanzi all'ipotesi di assegnazione della casa familiare in sede di separazione o di divorzio. Una volta che suo figlio maggiorenne dovesse diventare autonomo economicamente, difficilmente potrebbe impedire agli eredi, che diverrebbero proprietari pro-quota al 50%, di far valere i loro diritti; questi potrebbero pretendere i frutti (pagamento di un canone commisurato alla quota di spettanza), la divisione, se possibile, o la vendita dell'appartamento, il cui ricavato andrebbe ripartito pro-quota.
Cordiali saluti.
Avv. Vincenzo Gurrado
Gentile signora, certamente l'eredità, in assenza di altre disposizioni testamentaria, va suddivisa fra la moglie ed i figli; per quanto concerne l'abitazione Lei resterà comproprietaria al 50/100% e Suo figlio avrà la quota che gli compete; i comproprietari di minoranza potranno chiederLe di corrispondere, per la loro quota, un canone locativo oppure di acquistare le loro quote o anche, se impossibile la divisione, di vendere l'immobile e distribuire il ricavato secondo le quote, in ogni caso dovendo un indennizzo, in relazione alle loro quote, per i periodi di occupazione. Cordialmente Avv.Alfredo Guarino Napoli