Salve,
lavoro in uno studio commercialista da oltre 5 anni come segretaria amministrativa in nero.
Vengo pagata circa 800 euro al mese, con 21 giorni di ferie annuali pagate permessi e malattia. Niente tredicesima né quattordicesima.
Ora ho trovato un lavoro presso un altro studio e sto dando le dimissioni.
Vorrei sapere quanto posso chiedere come buonuscita al mio ex datore di lavoro per questi 5 anni e come muovermi nel caso non accettino la proposta.
Grazie mille
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Buongiorno,
è un caso piuttosto delicato, poiché involge anche aspetti fiscali che potrebbero portare delle conseguenze anche per lei.
Il consiglio è quello di rivolgersi ad un legale che le sappia fornire assistenza nella gestione della controversia, per una integrale tutela dei suoi diritti e preservare la sua posizione.
Cordiali saluti
avv. Jacopo Mannini
Gentile Federica buonasera
Non vorrei essere generico, ma io farei così.
Vedrei innanzitutto in prima persona, amichevolmente, se il suo datore può accordarle una buonuscita, che, senza prendere a riferimento le recenti riforme del contratto a tutele crescenti, potrebbe essere di qualche mensilità, quantomeno al fine di consentirle di vivere tranquillamente nel passaggio ad un nuovo lavoro.
Laddove non riuscisse, io, solitamente, in caso di lavori in nero, sono propenso a percorrere la c.d. "conciliazione monocratica" presso la DTL competente.
In sostanza, presso la direzione del lavoro, il datore viene convocato e sentito al fine di verificare ammanchi contributivi che, nel caso di lavoro in nero come il suo, potrebbero esserci.
E' una procedura conciliativa che, seppur avente ad oggetto omissioni contributive, costringerebbe il datore a trovare, anche sotto il versante del rapporto, una soluzione.
In ogni caso, mi preme sottolineare che le dimissioni devono COMUNQUE essere per giusta causa perché altrimenti, in caso di disoccupazione volontaria, le conseguenze ricadrebbero sul lavoratore.
In questo percorso può farsi seguire da un avvocato o da un consulente del lavoro ed io, nel frattempo, spero di esserle stato utile e chiaro.
Le auguro un buon fine settimana.
Cordialmente
Avv. Michele Vissani
Buongiorno Sig.ra Rossi,
Credo che lei potrebbe ottenere qualcosa di più del semplice Tfr. Innanzitutto occorre verificare se la retribuzione mensile corrisposta sia congrua rispetto alle ore lavorate sulla base del contratto collettivo di riferimento. Solo a seguito di tale calcolo potrà essere calcolato il Tfr a lei spettante. Nel caso il suo datore di lavoro si rifiutasse di corrisponderle quanto dovuto, può ricorrere in tribunale per l'accertamento del rapporto di lavoro subordinato ed ottenere la ricostruzione della sua situazione contributiva e la condanna dello studio a pagarle oltre il Tfr tutte le differenze retributive maturate.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione.
Cordiali saluti
Avv. Alessandro Grimaldi