Buongiorno
Convivo da 15 anni con la mia compagna e 6 anni fa abbiamo avuto una figlia,circa 7 mesi fà la mia compagna mi confessa che in realtà mia figlia è stata concepita con un altro uomo.
Io in questi 6 anni ho dato tutto l'amore possibile e ora la mia compagna mi vuole portare via mia figlia dicendomi che non ho nessun diritto e non essendo il padre naturale.
La mia domanda è: dopo sei anni, non mi interessa se sono il padre naturale io amo mia figlia e lei è legatissima a me ,la legge può togliermi mia figlia come oggetto solo perché io non sono il padre naturale ?
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Buonasera, se lei ha riconosciuto la bambina, per la legge è sua figlia ed ha tutti i diritti, la madre avrebbe potuto chiedere il disconoscimento solo entro un anno dalla nascita. Se, invece, la figlia è stata riconosciuta solo dalla madre, per la legge non è sua figlia e non ha alcun diritto nei suoi confronti. Se pensa che sia biologicamente sua figlia, può chiedere in Tribunale l'accertamento giudiziale della paternità.
Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti.
Distinti saluti.
Avv. Alberto Alvazzi del Frate
Il Suo dolore e disappunto è più che comprensibile. L'interesse maggiore da tutelare è quello della bambina.Lei sino ad oggi ha rappresentato la figura paterna e la piccola ha legato con Lei . Privare la bambina di un affetto significa andare contro la finalità delle norme a tutela dei minori. Poi, sarà vero?
Gentile Marco,
La situazione che descrivi non è delle migliori ad ogni modo ritengo che il quadro normativo imponga un bilanciamento fra l’esigenza di affermare la verità biologica con l’interesse alla stabilità dei rapporti familiari.
Tanto in quanto si è affermata una maggiore considerazione del diritto all’identità non necessariamente correlato alla verità biologica, ma ai legami affettivi e personali sviluppatisi all’interno di una famiglia.
Una recente sentenza della Cassazione ha annullato la sentenza che dichiarava il disconoscimento della paternità sulla base dell’insussistenza del rapporto biologico di filiazione, come inequivocabilmente emerso dalle indagini di natura genetica effettuate nel processo, la Suprema corte ha basato la decisione sul bilanciamento degli interessi e nell’ottica dell’interesse superiore del minore in relazione all’esigenza di una sviluppo armonico dal punto di vista psicologico, affettivo, educativo e sociale.
Dunque ritengo che lei ,non certo in modo semplice, attraverso un'azione idonea potrà conservare il suo rapporto di filiazione .
Avv.marina ligrani