La mia ex chiede più soldi e non mi fa vedere la bimba
Inviata da federico. 21 ago 2015
Buongiorno. Il mio caso è completamente diverso da quelli letti qui. Dunque, io e la mia ex compagna abbiamo avuto una bambina 5 anni fa. Dopo un mese lei se ne andò dal tetto coniugale e dopo qualche mese ci lasciammo definitivamente. Da subito lei chiese soldi, cifre molto alte, senza avere la possibilità di passare tempo con la bambina. Dopo anni dall'udienza del giudice non ho ancora una risposta, la mia richiesta era di poter stare più tempo con la minore per poter esercitare il diritto di padre mentre l'altra parte solo economica. In questi anni ho versato ogni mese l'assegno di mantenimento senza saltarne mai uno, non ho diritto decisionale sulla minore per la sua crescita, non ho diritto di vederla più di poche ore al mese e la bambina si sta allontanando da me dato che la mia ex si è rifatta una famiglia. A questo punto chiedo, visto che ho pagato ogni mese per non ricevere nulla, come genitore posso togliere la patria potestà? Visto che la ex continua a chiedere sempre più soldi e non mi fa vedere la bambina! Penso che la bambina quando sara grande chiederà spiegazioni e mi verrà a cercare... cosa ne pensate?
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Certo che i Suoi diritti dovrebbero essere garantiti!
Non solo perchè rispetta i doveri.
Le iniziative per far ciò possono essere le più diverse: innanzitutto bisognerebbe capire perchè vede Sua figlia solo poche ore al mese, chi lo ha stabilito.
Di solito i Giudici prendono le decisioni sull'affidamento del minore, in questo caso Sua figlia, dichiarandolo congiunto il chè vuol dire che Lei deve poter partecipare alla vita di Sua figlia, alla Sua crescita e avere la possibilità di un rapporto vero con Lei, anche se la madre si è legittimamante rifatta una vita. Ciò non deve contrastare il Suo ruolo di padre.
La decadenza di potestà è una misura estrema, e non parrebbe essere la più indicata per il caso in questione, salvo non vi sia un pregiudizio vero legato alla madre.
Ma sono altre le iniziative che Lei può promuovere a salvaguardia dei Suoi diritti di padre.
Deduco che Lei sia già seguito da un legale, cui può in primis rivolgere i Suoi dubbi: tuttavia se non soddisfatto, se necessitasse sono a disposizione.
Gentile Sig. Federico,
nel suo racconto, comprensibilmente sintetizzato, è evidente la mancanza di qualche passaggio fondamentale per poter meglio comprendere fatti del passato che hanno determinato la situazione attuale.
Da specialista dei conflitti di coppia le suggerisco, anzitutto, di staccare le questioni riguardanti il mantenimento per la sua ex da quelle che riguardano sua figlia. Non credo che le sarà utile mettere sui piatti della stessa bilancia cose molto diverse tra loro.
A meno che un giudice l’abbia giudicata un padre “non adatto” per sua figlia, lei ha uguali diritti della sua ex nei confronti di vostra figlia.
Se, quindi, ripeto, un giudice non ha avuto nulla da dire sulle sue capacità genitoriali, le suggerisco di dotarsi di un avvocato specialista che certamente la potrà tutelare nel suo ruolo di padre.
A lei ed al suo avvocato, infine, suggerisco di proporre alla sua ex, un percorso di Mediazione Familiare all’interno del quale lei e la sue ex, con l’aiuto di un Mediatore Familiare qualificato, potrete individuare, in tempi ben più brevi di quelli di un percorso giudiziario, la modalità più opportuna per gestire al meglio la crescita di vostra figlia e recuperare il tempo perduto.
La invito, quindi, a consultare i siti delle 2 Associazioni nazionali di Mediatori Familiari, ad oggi maggiormente qualificate, per trovare il Mediatore familiare a voi più vicino: uno specialista che potrà certamente accompagnarvi nella (ri)costruzione di un dialogo che consentirà a vostra figlia di non rinunciare ad uno dei suoi genitori.
Cordialmente.
dr. Natale Cento (Mediatore Familiare in Messina, Roma e Torino).
Salve sig. Federico,
stando alle informazioni ricevute, posso dirLe che, se è vero che nell'effettuare il versamento mensile relativo al mantenimento di Sua figlia, così come posto a Suo carico dal Tribunale, ha correttamente adempiuto ad un Suo preciso dovere, è altrettanto vero che deve essere messo nelle condizioni, anche, di esercitare un Suo diritto.
Mi spiego meglio.
Immagino che il Tribunale competente, nell'adottare i provvedimenti c.d. provvisori e urgenti, oltre a stabilire il quantum del mantenimento, abbia stabilito altresì giorni ed orari in cui incontrare Sua figlia, in un regime di "affidamento condiviso" (qualora così non fosse ovviamente andrebbero approfondite le ragioni che, in questa sede, non nono in grado di rilevare), se tale frequentazione, necessaria perché vi sia una continuità nel rapporto genitore-figlio tale da permettere la crescita qualitativa del legame affettivo, per motivi non meglio precisari Le viene impedito dalla Sua ex compagna, allora, potrà chiedere al Suo legale che sino ad ora ha segito la Sua pratica o ad altro di Sua fiducia, di intraprendere le azioni, sia civili che penali, necessarie perché venga rispettato l'ordine del tribunale evitando un grave pregiudizio sia per Lei che per la minore privata della possibilità di costruire un significativo legalme con il genitore non collocatario.
Ovviamente quelle che precedono sono informazioni di massima qualora necessitasse di più dettagliate spiegazioni, anche alla luce di maggiori informazioni per la scrivente, può contattarmi liberamente.
Avv. Federica Conti
Lei ha diritto a vedere sua figlia secondo le modalità stabilite in sede di giudizio. Nel caso abbiate deciso in sede extra giudiziale allora può adire il giudice per tutelare non solo i suoi diritti, ma anche il diritto della sua bambina a mantenere un rapporto con lei. Ad ogni modo per darle una risposta più puntuale e corretta è necessario vedere le carte.
Cordiali saluti
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Gent.mo,
Lei ha tutto il diritto di adire nuovamente il Tribunale al fine di ottenere maggior tutela dei suoi diritti di padre. Tra l'altro ora il regime di affido condiviso consente ad entrambi i genitori di esercitare i loro diritti in modo paritetico.
Se la Sua ex compagna non rispetta quanto disposto dal Tribunale potrà chiedere di applicare una sanzione a suo carico e di ampliare i suoi diritti di visita e frequentazione qualora non ritenuti adeguati.
Cordiali saluti
Da quello che ho appreso non c'è stato matrimonio ma solo una convivenza. Altrettanto mi pare di aver capito che vi sia una procedura giudiziale in corso. Bisognerebbe vedere quali provvedimenti provvisori abbia preso il tribunale e se la sua ex compagna non si attiene agli stessi è perseguibile civilmente e penalmente.
Sarebbe il caso di approfondire determinati argomenti.
A disposizione
Saluti
Avv. Alessandro Dimauro
Foro di Torino
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Gent.mo signore,
sulla base degli accadimenti che ha elencato, si potrebbe richiedere al giudice competente la revisione dell'assegno di mantenimento e la modifica delle precedenti condizioni di affido del minore. Se volesse il nostro supporto legale, non esiti a contattarci.
Cordiali saluti
Buongiorno Federico,
da quanto scrive desumo che Lei e la Sua ex compagna non vi siate sposati ma eravate conviventi. Ad ogni buon conto niente cambia, in termini di tutela per i figli, nel rapporto con i genitori.
Desumo inoltre che vi sia una procedura giudiziale in corso: se così è dovrebbero essere stati adottati dal Tribunale provvedimenti provvisori in merito all'affidamento, ai periodi di frequentazione con la figlia e in merito all'assegno di mantenimento. Se la sua ex compagna non rispetta le condizioni stabilite in merito all'affidamento, Lei ha il sacrosanto diritto di inoltrare istanza al Tribunale per richiedere anche la determinazione di sanzioni per la condotta illegittima della Sua ex compagna. Lei ha inoltre il diritto di partecipare a tutte le decisioni di maggior interesse che riguardano la figlia.
Per un maggior aiuto sarebbe necessario leggere i provvedimenti provvisori. Chieda chiarimenti all'avvocato che la sta assistendo. Se non avesse più fiducia, prima di rivolgersi ad un altro avvocato, dovrebbe revocare il mandato difensivo.
A Sua completa disposizione per qualsiasi necessità.
Cordialmente