Dal 2010 lavoravo c/o un'azienda di 15 dipend. settore commercio a tempo indeterminato. Quest'anno dopo una breve discussione con uno dei titolari, circa 10 min senza ingiurie o diffamazioni e tanto meno essere venuto alle mani in nessun modo, mi sono trovato prima una lettera di richiamo disciplinare
1) per aver alzato i toni di voce verso un superiore
2) per aver imprecato
3) aver abbandonato il posto di lavoro
Dopo 5 giorni ho presentato regolari giustif. ammettendo il 1 ed l 2 punto mosso da stress psicofisico e contestando il 3. Presento un certificato di depressione reattiva con decorrenza dell'accauto, ma dopo 5 gg di riposo dopo alcuni gg di ferie mi trovo licenziato in tronco. Cosa prevede la legge per il reintegro tenendo conto delle ultime sentenze in cui l'irrilevanza del fatto equivale ad una insussistenza del fatto materiale contestato?
Si potrebbe in controtendenza chiedere un reintegro??
Grazie
Ps. sia il primo certificato che una relazione di uno psicologo parlano di depressione reattiva e stress. Inoltre non risultano nessuna altra lettera di richiamo.
ultima cosa: c/o l'uff di collocamento hanno messo come motivo di licenziamento Giusta motivazione oggettiva!!! (ho tempo fino a dicembre per fare ricorso giudiziale)
cosa mi consigliate???
Grazie di nuovo
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Egr. Sig.re
la sua posizione è compromessa perchè solo se sei indispensabile il datore ti verrà incontro con un accordo tra di voi altrimenti ha tutti gli elementi per confermare il licenziamento.
saluti
avv. L. Bonasora
Aggiungerei che le conviene trovare un accordo anche per tentare una risoluzione consensuale in DTL e poter richiedere l'indennità di disoccupazione.
Cordiali saluti,
avv. Antonella Lopopolo
Salve. La tutela reintegratoria (oggi riservata ai casi di particolare gravità) si applica alle aziende con più di 15 dipendenti. Se, come mi sembra di capire, l'azienda dove lei ha lavorato occupa fino a 15 dipendenti, si applica la tutela "obbligatoria" di cui alla legge 604/1966 che prevede, in caso di illegittimità di licenziamento, il risarcimento del danno oppure la riassunzione del dipendente, ma la scelta tra l'una o l'altra ipotesi è rimessa al datore di lavoro.
In ogni caso, se il licenziamento è illegittimo (ciò è da valutarsi dopo un esame approfondito della vicenda), si potrebbe tentare un'azione legale per il risarcimento dei danni.
Cordiali saluti.
avv. Maria Rosalia Megna
Occorre impugnare il licenziamento e poi successivamente tentare la concilizione nella sede istituzionale preposta e se non si raggiunge un accordo soddisfacente occorre fare ricorso al giudice del lavoro. Quindi le consiglio di andare prima possibile da un sindacato o dal suo avvocato di fiducia al più presto. Cordialità.