Ma chi fa ancora la comunione dei beni?
Vorrei sapere perché converrebbe fare la comunione dei beni, piuttosto che la separazione, in contrazione di matrimonio.
Grazie!!!
Vorrei sapere perché converrebbe fare la comunione dei beni, piuttosto che la separazione, in contrazione di matrimonio.
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Gentilissima Carla,
oggigiorno, in verità, le giovani coppie optano in genere per la SEPARAZIONE DEI BENI, essendo entrambi economicamente indipendenti e perché tale regime agevola dal punto di vista tributario.
Infatti, i coniugi preferiscono che ciascuno di essi conservi la TITOLARITÀ ESCLUSIVA dei beni acquistati durante il matrimonio. In tal caso ciascun coniuge ha il godimento e l’amministrazione dei beni di cui è titolare.
Per quanto riguarda, invece, il regime della COMUNIONE DEI BENI, l’amministrazione ordinaria dei beni e la rappresentanza in giudizio per gli atti ad essa relativi spettano DISGIUNTAMENTE ad ENTRAMBI I CONIUGI.
Il compimento degli ATTI ECCEDENTI L’ORDINARIA AMMINISTRAZIONE, nonché la stipula dei contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento spettano CONGIUNTAMENTE ad entrambi i coniugi.
Il fattore determinante la scelta dell’uno o dell’altro regime è dato dalle condizioni economiche di ciascuno dei coniugi.
A Sua disposizione per ulteriori delucidazioni.
Cordiali Saluti
Avv. Enrica Anerdi
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Buongiorno.
La "convenienza"del regime patrimoniale della comunione legale dei beni rispetto a quello della separazione dei beni non può essere misurata da un un punto di vista oggettivo. Guardando agli effetti del regime legale, con la comunione legale i beni acquistati da ciascun coniuge singolarmente durante il matrimonio e i proventi del lavoro diventano automaticamente beni comuni, di entrambi i coniugi. E' chiaro che ciò può risultare "conveniente" a chi non possa partecipare materialmente agli acquisti; pensiamo ad una donna che svolga solo lavoro casalingo, che non produce reddito e che non possa partecipare all'acquisto di alcun bene, come magari l'acquisto della casa coniugale.
In questo caso il regime della comunione vale ad "equilibrare" la posizione dei coniugi, valorizzando il lavoro domestico, nella sua funzione più tipica.
A mio parere, la scelta del regime patrimoniale dovrebbe quindi essere fatta in coerenza con le scelte in merito alla conduzione della vita familiare.
I miei più cordiali saluti
Avv. Raffaella Angelica Molendini
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La valutazione sulla scelta del regime patrimoniale deve essere fatta soggettivamente. Deve valutare con il suo compagno quale regime può essere più conveniente in relazione alla consitenza dei rispettivi patrimoni.
Non è possibile un parere oggettivo.
Saluti.
Avv. Alan Binda
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gentile Carla,
scegliere un regime piuttosto che un altro è una valutazione che spetta ai coniugi in quanto non esiste una vera e propria convenienza obiettiva.
Ad ogni modo il regime della comunione comporta la costituzione di una società paritaria, le conseguenze (o vantaggi) sono, in sintesi, che gli oggetti e i beni appartenuti ai coniugi prima del matrimonio, rimangono di ciascuno mentre gli oggetti e i beni acquistati durante il matrimonio appartengono a entrambi in comunione che non vuol dire possedere a metà, ma per l'intero.
Ciò comporta che per vendere i beni in comune occorre il consenso di entrambi, e il ricavato appartiene per intero a entrambi e in caso di separazione dei coniugi i beni l'intero patrimonio viene diviso a metà.
avv. Marina Ligrani
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Gentilissima Carla,
se avra' la pazienza di ricercare tra i quesiti pubblicati sul portale, trovera' diverse risposte di Avvocati al quesito da Lei posto, sollevato qualche giorno fa da un altro utente.
Cordialmente.
Avv.Silvia Parrini (FORO DI PISA)
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