Famiglia con due soli figli, un fratello e una sorella. Il fratello è affetto da bipolarismo in forma grave, già dichiarato invalido. La sua condizione tuttavia non gli impedisce di vivere da solo, guidare la macchina, uscire, etc.
Non ha mai lavorato ed è mantenuto dai genitori, che spendono cifre importanti sia per le sue “cure”, ma anche e sopratutto per i suoi capricci: per lo più oggetti voluttuari, feste, sigarette, benzina…
Mi chiedo se (tra molti, molti anni):
1) spetterà alla sorella pagare gli alimenti al fratello - a discapito della sua famiglia?
2) per farlo, dovrà contare su una legittima del 50%, nonostante il fratello abbia ricevuto le somme di cui sopra per tanti anni? Da tenere presente che lui sperpererà la sua quota di legittima in brevissimo tempo.
2) la sorella potrà essere ritenuta responsabile delle azioni del fratello, nel caso queste cagionassero pericolo o addirittura danno ad altri? Il risarcimento spetterebbe a lei?
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Buongiorno,Le rispondo:1)in caso di necessità la sorella,nei limiti delle proprie possibilità, può essere obbligata agli alimenti,generalmente di modesto importo;2)piccoli contributi ricevuti nell'ambito di relazioni familiari non costituiscono donazioni che possano inficiare la quota ereditaria ma se il beneficiario è aduso allo sperpero può richiedersi la nomina di un amministratore di sostegno;3)la responsabilità è personale e potrebbe individuarsi una responsabilità in solido del tutore o dell'amministratore di sostegno se,consapevole del pericolo,non abbia predisposto idonee misure di cautela.Cordialmente avv.Alfredo Guarino Napoli
Buongiorno,
nel caso da Lei descritto la soluzione migliore è quella di provvedere alla nomina di un un'amministratore di sostegno. L'amministratore di sostegno viene nominato quando un soggetto, causa di infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trova nell'impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. L'obiettivo principale di questa figura è assistere e supportare la persona nelle decisioni riguardanti la sua vita personale e la gestione del patrimonio.
Restando a Sua, molto cordialmente saluto.
Avv. Fabio Casaburo
Buongiorno, il consiglio migliore che si possa dare è procedere immediatamente alla nomina di un amministratore di sostegno per il fratello, che può essere uno dei genitori o la stessa sorella, se i rapporti sono buoni, o un estraneo.
Questo metterebbe al riparo prima di tutti lo stesso fratello da molti guai, consentendogli di svolgere una vita più ordinata e conservare il patrimonio per le proprie necessità.
Per il resto, sinteticamente:
1. a carico della sorella, mancando i genitori, vi sarà un obbligo alimentare qualora il fratello non avesse di che vivere. Non comprende ovviamente tutto quanto non strettamente necessario e soprattutto non si pone il problema se il fratello, per la sua invalidità, riceve una pensione o la reversibilità dei genitori: di questa questione è opportuno occuparsi mentre i genitori sono in vita.
2. in linea di massima sì, a meno le somme donate in vita non eccedano la quota riservata a ciascun figlio...un amministratore di sostegno, però, garantirebbe che le somme non siano sperperate e vengano al contrario utilizzate per il suo meglio, con parsimonia.
3. no, nemmeno se fosse lei l'amministratore di sostegno.