Maternità e decisione in merito a mansione
Buongiorno,
Lavoro da 8 anni come addetta paghe. Sono stata l'unica a gestire le paghe dal momento dell'assunzione ad oggi. Nel 2016 eravamo 24 dipendenti, a maggio 2024 eravamo in 75. Mi sono occupata a 365° di questo lavoro. Sono partita con un 6° livello e sono arrivata al 3°A ad oggi, settore industria alimentare. Stipendio iniziale netto 1300€ ad oggi 1950€ (Ral circa 35k). Nel mentre quindi, ho avuto 2 aumenti importanti. A febbraio di quest'anno, parlando con il titolare, ho proposto l'apertura di un ufficio paghe interno e che sarebbe stato molto rilevante fare un master per specializzarmi meglio in merito, visto che l'elaborazione dei cedolini è effettuata dai consulenti, dopo un accurato controllo da parte mia. Mi ha risposto che apprezzava l'idea e che avrebbe controllato quale master poteva corrispondere al meglio alle esigenze aziendali e che l'azienda mi avrebbe sostenuto in questo. A maggio, a pochi giorni prima di andare in maternità, ho avuto una discussione accesa in quanto solito a dare aumenti che non incidessero sulla RAL ma esente tasse. Tra questi aumenti, c'era anche il mio (quindi 3° aumento ma purtroppo di questo non ho la prova perchè mi ha chiaramente detto che l'avrei avuto al mio rientro) e mi ha chiesto come preferivo averlo, se sulla RAL o se tramite rimborsi km o indennità km. La mia risposta è stata che ci avrei perso, anche perché da anni ho un rimborso fittizio di 70€ in busta, che fa parte di un aumento quindi su quello non ci maturo nulla... A questa risposta lui si è indispettito molto, dicendomi che non si fida se dovesse lasciare ancora a me le paghe, che devo portare avanti la bandiera dell'azienda e che ha seri dubbi in merito. Questo perché mi ha chiesto anche che se un dipendente dovesse chiedermi una consulenza in merito, io non dovrei rispondere così, ma indirizzare il dipendente verso la scelta migliore per l'azienda. Gli ho risposto che io al dipendente comunico le ipotesi, poi sarà quest'ultimo a scegliere. Alla fine di questa discussione è andato via molto incavolato e già lì ebbi la sensazione che qaulcosa in seguito sarebbe successo. Infatti, qualche settimana fa, scopro tramite Linkedin che l'azienda ha aperto una selezione che riguarda la mia mansione. Non si è nemmeno degnato di chiamarmi. Molto agitata, lo contatto e fissiamo l'incontro. Nell'incontro ho chiesto spiegazioni, e lui si è giustificato dicendo che considerato lo sviluppo così veloce dell'azienda, io non riesco più a rispondere alle esigenze aziendali e che stanno cercando una persona con più esperienza. Ha avuto un comportamento nei miei confronti molto rigido, dicendomi che ero andata lì per un colloquio inutile, che non era il caso, che non mi aveva avvisata perché ero in maternità e non voleva rompermi. Mi ha invitato (infastidito) a non insistere, perché l'azienda ora è grande, in 4 mesi sono state assunte altre 12 persone e che io non riuscirò a gestire un carico simile di lavoro. Al che, gli dico che sono sempre disponibile nello specializzarmi in merito, anche perché era la mia mansione e gli ho ricordato che ero partita con 24 persone ad arrivare a 75, quindi di cosa parliamo?! Lui mi risponde che non è più interessato a questo, che per alcuni aspetti io vado bene e per altri no e che lui è l'amministratore delegato e spetta a lui decidere sulla base delle esigenze aziendali e non sulle prospettive dei dipendenti. Mi ha chiesto quando tornerò in azienda farò quello di cui mi sono sempre occupata o che visto che l'azienda è in continua evoluzione, penserà cosa farmi fare a seconda delle mie competenze, altrimenti se non mi piacerà ho la libertà di cercare altrove. Premetto che mi occupo anche di contabilità (la maggior parte legata a riconciliazioni inerenti alle paghe note spese, carte di credito ecc) negli ultimi 4 anni la maggior parte del tempo facevo le paghe, essendo appunto anche unica persona incaricata per farle ed essendo aumentato anche il nr degli assunti. È giusto tutto questo? Se non fossi stata una persona capace e professionale non avrei avuto 2 aumenti significativi e un Welfare del 2024 inerente alla categoria "coordinatori di reparto".... per lui ora sono una persona "scomoda" e pur di allontanarmi e indurmi alle dimissioni, sta cercando di sminuire le mie competenze. Ho registrato l'incontro (su consiglio del sindacato), ho salvato l'organigramma aziendale dove c'è scritto che sono inquadrata come "amministrazione del personale ", salvate mail scambiate con ufficio paghe negli anni, messaggi di complimenti dei titolari e copia degli aumenti avuti. Cosa mi consigliate di fare? Rientro al lavoro a marzo, sto cercando di raccogliere quanti più documenti possibili per non fare un passo falso. Mi sento delusa, mortificata, stressata e umiliata. In azienda sono stimata da tutti, infatti il fatto di andare via turberà molti colleghi, però devo farlo proprio per il rispetto che ho nei miei confronti. Attendo un vostro consiglio, se ho delle carte in tavola per poter avviare delle azioni legali, se sì di quanto può ammontare il risarcimento. La prossima settimana ho l'incontro con il sindacato ma meglio sentire diversi pareri. Mi sembra di vivere un film, tutto avrei pensato tranne questo....
Mi scuso per la lunghezza del testo,
Ringrazio in anticipo per il riscontro...