mobbing sanità
Buongiorno, invio il quesito per mia madre. E' un infermiera del '58. Circa tre anni alla pensione. Da oltre 25 anni lavora in un poliambulatorio. Ha la qualifica OSS ma con il tempo si è guadagnata il ruolo in un determinato ambulatorio dal quale il dottore titolare non l'ha più fatta spostare, rifiutando gli avvicendamenti con le altre colleghe. Questa situazione è sempre stata causa di attriti. Da due anni però è andato in pensione il capo reparto che ha sempre saputo gestire e conciliare i rapporti tra i colleghi. La nuova coordinatrice ha preso invece la situazione di punta sostenendo che l'ufficio non le spetta ma temendo di inimicarsi il medico titolare dell'ambulatorio ha intrapreso un costante martellamento dell'attività di mia madre che è una persona silenziosa e tendente a subire piuttosto che a rispondere alle angherie. Da qualche mese la situazione si è fatta insostenibile e noi familiari siamo preoccupati. La coordinatrice ha delegato due infermiere a fare le sue veci e queste approfittano del ruolo non scritto per infierire sul carattere di mia madre con mansioni mai svolte (tipo mandare fax, iscrivere visite domiciliari, gestire ambulatorio analisi, che sono compiti mai svolti e soprattutto non richiesti alla sua figura professionale) oppure ridimensionandola a semplice addetta alle pulizie (che rientrano nelle mansioni di un OSS in reparto e su di un paziente e non in ambulatorio su carrelli e attrezzature mediche). Il sindacalista interpellato ha dimostrato di non aver nessuna voglia di inimicarsi l'attuale coordinatrice, con la quale ha anche dei manifesti rapporti di amicizia. Non sappiamo che alternativa proporre a nostra madre. Vi chiediamo se si può dimostrare il mobbing e con quali conseguenze. grazie