Buonasera,
l'argomento è alquanto delicato, mia madre dopo un mese da un intervento chirurgico in ospedale è morta per emorragia interna. Al momento dell'arrivo in ospedale gli operatori si scolpavano tutti a vicenda e il medico ci ha detto "muoiono ragazzi, si figuri una persona di 60 anni". È stata disposta l'autopsia e l'avvocato ad oggi ci ha solo detto che mia madre avendo firmato il consenso ha firmato la sua morte in poche parole in quanto firmando si prendeva tutte le conseguenze del caso. Ok, fin qui ci può stare. Ma la mamma è morta dopo un mese dall'intervento, quando era già stata rimandata la sua uscita dall'ospedale per due volte. E soprattutto avendo iniziato a stare male l'avevano trasferita da una struttura all'altra, in quest'ultima ha fatto un esame con esito negativo e ha rimandato al giorno successivo il secondo. Nella notte è morta. Ci può essere un errore di tempistiche? Mi affido alla vostra gentile consulenza ringraziando.
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In attesa degli esiti dell'autopsia (l'unica che potrà fornire un'indicazione sulla causa della morte, e, correlativamente, rilevare se essa sia legata ai soli rischi dell'intervento chirurgico, ovvero derivante da negligenza, imprudenza e/o imperizia medica e sanitaria), consiglio vivamente di rivolgersi ad un bravo medico legale, conferendogli specifico incarico di consulente tecnico di parte.-
Ciò gli consentirà, nei limiti delle facoltà di legge, di interfacciarsi con gli esperti aventi effettuato l'autopsia, ed eventualmente consultare gli esiti degli esami specialistici dagli stessi effettuati. Inoltre, potrà stimolare l'effettuazione di ulteriori analisi ed indagini, offrire importanti indicazioni ed ausili investigativi. In esito al deposito dell'elaborato autoptico e della relativa consulenza del consulente tecnico del P.M., potrà, infine, offrire, qualora le conclusioni divergano dagli interessi di parte e siano connotate da erroneità tecnico-specialistiche, ulteriori notazioni critiche.-
Trattasi di adempimento procedurale e specialistico da svolgere il più presto possibile. L'attività del legale è rimandata ad una seconda fase, quando saranno ostensibili tutte le conclusioni assunte dai consulenti tecnici.-
A sua disposizione per ulteriori chiarimenti.-
Avv. Carlo Monaco
Buongiorno Signora Enza,
è vero quel che dice il collega Lo Presti da Palermo. La firma del consenso non esonerare il medico da un eventuale responsabilità in caso di errore.
Tuttavia occorre esaminare tutta la documentazione medica affidando tale incarico ad un medico legale per valutare la sussistenza di eventuali responsabilità.
In caso di riscontro positivo potrà procedere giudizialmente per il risarcimento, facendo precedere l'azione giudiziale dalla mediazione obbligatoria.
Sono a disposizione per ogni chiarimento emarginandoLe che il nostro Studio Legale si occupa redominantemente di tali azioni.
Cordiali saluti
Avv. Luigi A. Musumeci
Gentile signora Enza,
premettendo che la firma del consenso non esonerare il medico da un eventuale responsabilità in caso di errore, Le consiglio in primo luogo di far esaminare tutta la documentazione medica ad un medico legale per valutare la sussistenza di eventuali responsabilità per il decesso di Sua madre.
In caso di riscontro positivo potrà procedere giudizialmente per ottenere un risarcimento, qualsiasi azione dovrà essere preceduta dalla mediazione obbligatoria.
Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento e per eventuale assistenza.
Cordiali saluti
Avv. Enrico Lo Presti
il mio studio è a Sua disposizione per fare causa all'ospedale per imperizia medica, passando però, obbligatoriamente, per la mediazione quale condizione di procedibilità.
Buongiorno,
occorre far visionare la documentazione medica comprensiva di cartella ad un medico-legale in modo da verificare se ci siano profili di malpractice (responsabilità professionale medica). La responsabilità può essere anche determinata in termini di perdita di chance di sopravvivenza, va valutato all'esame della documentazione. La sottoscrizione del consenso informato non implica necessariamente rinuncia alla azione di responsabilità e non deresponsabilizza l' ente e il personale medico dalle conseguenze negative dell' operato se negligente dal punto di vista della letteratura medica. All'esito si può procedere legalmente con istanza di mediazione e con ricorso per accertamento tecnico con funzione conciliativa. Può rivolgersi a me per una consulenza senza impegno contattandomi ai recapiti che può reperire in rete.
Avvocato Massimiliano Maida
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Cara Enza,
è assolutamente errato dire che con il consenso informato si firma la morte, infatti con la firma il paziente autorizza gli operatori sanitari ad intervenire e si assume solo la responsabilità nel caso in cui sopravvengano delle conseguenze che il medico non avrebbe potuto prevedere con la sua "particolare" competenza. Pertanto se la causa della morte è ascrivibile ad una negligenza, imperizia o imprudenza (valutate anche in base alla specializzazione dei sanitari) degli operatori gli stessi rispondono dei danni arrecati. Pertanto anch'io ti consiglio di rivolgerti ad un medico legale che possa stabilire le cause effettive della morte di tua madre.
Avv. Angela Antonilli
Per verificare se ci sono colpe, occorre far esaminare la cartella clinica e tutta la documentazione medica allegata ad un medico legale, che determinerà con certezza o alte probabilità le cause della morte e le possibili colpe.
Meglio se ci fosse anche l'autopsia
Resto a disposizione
Buongiorno,
L'unica cosa che può fare è sentire il parere di un medico legale portando con s'e tutta la documentazione medica inerente al caso. Come può leggere dalla mia scheda io collaboro con un medico legale, in quanto purtroppo ciò che è successo a sua mamma fa parte della mia specializzazione.
A sua disposizione per Eventuali chiarimenti.
Avv Francesca Mastroianni
Gentile Signora Enza, buonasera.
Innanzitutto, Le porgo le mie più sentite condoglianze per la grave perdita.
Per quanto riguarda la Sua domanda, la sottoscrizione del consenso informato da parte del paziente ha, come dice il suo stesso nome, carattere informativo, cioè è finalizzato a rendere il paziente cosciente dei trattamenti ai quali sta per sottoporsi. Purtroppo, molto spesso la firma del paziente viene raccolta pochi minuti prima di eseguire i trattamenti o gli interventi, svuotando di qualsivoglia senso logico la procedura che sta alla base del consenso informato.
Inoltre, il fatto che nel modulo di consenso siano indicate possibili (e sempre eventuali) complicanze, non legittima il medico a procurare le stessa al proprio paziente.
Le segnalo che nel luglio 2015 la Corte di Cassazione, in una pronuncia destinata a fare scuola in materia, ha finalmente stabilito che la complicanza prevista dalla letteratura medica non equivale alla causa di esclusione della responsabilità del medico in ambito giuridico. In altre parole, il fatto che la letteratura medica preveda che un evento pregiudizievole (cosiddetta complicanza) possa conseguire ad un trattamento sanitario, non significa che il suo manifestarsi non possa essere ricondotto a colpa del medico.
Il consiglio, pertanto, è quello di rivolgersi ad un bravo medico legale al quale sottoporre il caso della Sua povera mamma.
Nella speranza d'aver risposto in maniera chiara ed esaustiva al quesito posto, resto a disposizione per eventuali chiarimenti e/o approfondimenti.
Con i più cordiali saluti
Buonasera Signora Enza.
Come correttamente ha sottolineato, il parere che richiede è molto delicato.
Pertanto, sarebbe necessaria una disamina di tutta la documentazione medica (cartella clinica, esami, certificati medici, etc) da parte di un medico-legale e, in caso riscontri errori e/o responsabilità della struttura ospedaliera e/o dei medici, potrà essere formulata richiesta di risarcimento danni per la morte di Sua madre.
In ogni caso Le segnalo che la sottoscrizione del consenso informato non costituisce certo una "licenza di uccidere", ma costituisce un obbligo di Legge e un diritto del malato ( il paziente ha il diritto di conoscere le problematiche inerenti il suo stato di malattia, le terapie possibili, quelle proposte, le alternative, le complicanze). Nel momento in cui il paziente firma il consenso significa che vi è stato lo scambio di informazioni tra medico e paziente. Detto ciò, il consenso informato non esonera di alcuna responsabilità il medico, né dal punto di vista civile né dal punto di vista penale, poiché la struttura ospedaliera ed il personale medico sono passibili di condanna, civile e penale, se dal loro operato dovessero emergere errori a causa di negligenza, imprudenza e imperizia.
Resto a disposizione per ogni ulteriore necessità e/o chiarimento ed invio distinti saluti.
Avv. Stab. (Abogado) Rossana Delbarba
Gentile Signora,
il Suo caso è abbastanza complesso e non ho elementi sufficienti per valutare se esiste effettivamente un profilo di responsabilità medica: in tutti i casi simili al suo è necessario approfondire, anche mediante l'intervento di professionisti del settore medico-legale, l'operato dei singoli medici e infermieri per accertare eventuali responsabilità del personale medico che ha assistito Sua madre e della struttura sanitaria. Il mio studio è a Sua disposizione per un approfondimento della vicenda.