Oltre che la figlia, il padre deve mantenere anche la ex compagna convivente?
Buongiorno,
scrivo per chiedere un parere in merito all'obbligo (presunto) del padre di mantenere, oltre la figlia, anche la ex compagna convivente e attualmente senza reddito, che vive con la figlia presso la casa dei suoi genitori. Ecco il dettaglio della mia situazione:
ho 31 anni, vivo in provincia di Torino ed ho una bimba di 2 anni e mezzo avuta con la mia ormai ex compagna convivente (non siamo coniugati). Purtroppo siamo giunti a una rottura della nostra relazione di coppia e stiamo affrontando i termini per una prossima separazione. Attualmente viviamo ancora tutti e tre in affitto, in una bella e grande casa indipendente. La mia ex, che ha 34 anni, non ha attualmente alcun reddito da lavoro (a dicembre darà l'esame di Stato scritto per diventare avvocato, ed essendo praticante abilitata probabilmente da gennaio inizierà le sue prime collaborazioni per cause sotto un certo limite economico). Io sono dipendente con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e con uno stipendio netto mensile di quasi 1600€ (comprensivo di assegno familiare e detrazione per figlio a carico al 100% sotto i 3 anni - se non avessi figli il mio stipendio netto sarebbe di circa 1350€) attualmente però sono in cassa integrazione da settembre e - teoricamente - fino a fine novembre (vedremo cosa deciderà poi l'azienda), per cui lo stipendio netto effettivo è ora di circa 1.100€.
Abbiamo pensato che da gennaio vorremmo avviare una separazione di fatto tra noi due, con affidamento condiviso della figlia e collocazione principale presso la madre; dovremmo dare disdetta della nostra attuale casa (per la quale siamo entrambi locatari) e la mia ex potrebbe tornare a vivere con la bimba e provvisoriamente a casa di sua madre (che abita nel nostro stesso Comune) essendo la loro una casa grande, di loro proprietà e soprattutto già familiare alla bambina, la quale passa cioè già tanto tempo e con piacere a casa dei nonni materni. Io invece vorrei trovarmi un altro alloggio in affitto sicuramente modesto ma dignitoso e comunque vicino a mia figlia dove andare a vivere da solo, ed eventualmente dormire con lei almeno 2 weekend al mese.
Per concludere: non credo che avremo problemi nell'accordarci sulla gestione e condivisione del tempo e degli spazi con nostra figlia, poiché ho dimostrato, anche a detta della madre, di essere un buon padre, presente e attento e la mia ex è d'accordo nel farmi vedere la bambina anche spesso. Potremmo tuttavia trovare disaccordo per quanto riguarda l'accordo economico.
Lei ha già preso informazioni presso un avvocato sua amica, il quale le ha detto che io, oltre a dover coprire il 50% di tutte le spese di nostra figlia (su cui ovviamente sono d'accordo), dovrei ugualmente versare un mantenimento mensile per lei, in quanto attualmente senza reddito e per il fatto che presso di lei sarà principalmente collocata nostra figlia. Potrei anche accettare questa richiesta, ma lei si è spinta a dirmi che tale mantenimento, che si aggiunge al 50% delle spese per la figlia, dovrebbe essere pari al 30-40% del mio reddito, esplicitando tra l'altro che la sua richiesta sarà quella massima, ossia del 40% del mio reddito.
Ammesso e non concesso che mi finisca la cassa integrazione, ipotizzando che, vista la separazione, verrà ridotto l'assegno familiare e la detrazione per figli, io avrei uno stipendio netto mensile di 1450€ circa.
Il 40% di tale reddito vorrebbe dire 580€, più immagino almeno altre 200€ per la metà delle spese ordinarie della bimba (va ancora all'asilo nido, con una retta di 350€ mensili). Mi ritroverei con un reddito mensile di 650€ per mantenere me stesso, un nuovo affitto, nuove bollette, spese necessarie, tra cui una macchina, ecc., il che sarebbe effettivamente una cifra molto vicina alla soglia di povertà! Figuriamoci poi se mi rinnovano la cassa integrazione. Considerando che lei comunque non avrebbe spese da sostenere per una nuova abitazione, dato che rimarrebbe per il momento presso la casa dei suoi genitori, in attesa di avere un suo reddito effettivo, è lo stesso legittima la sua richiesta? Se sì, in quale misura?
Grazie, un cordiale saluto.