Ho subito un investimento con conseguente intervento al crociato ant, rima di frattura, e meniscectomia; il mio perito riconosce 11 punti mentre il perito dell'assicurazione 3 punti perché dice che c'erano patologie pregresse, faccio presente che sono dipendente privato e ho fatto 160 giorni di malattia Inps a causa di questo incidente quindi ho perso il posto di lavoro perché non riesco più a fare il lavoro che facevo prima dell'incidente. La risonanza fatta prima dell'operazione dice che non ci sono alterazioni degenerative a livello condriale. Dovrò andare in giudizio?
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In ordine al caso proposto,
rientra nella logica assicurativa partire con valutazioni decisamente falcidiate; fermo restando il tentativo obbligatorio in sede di mediazione è opportuno verificare l'aspetto delle asserite patologie pregresse.Questo è , infatti , il punto nodale della quantificazione, ossia l'incidenza casale del fortuito su articolazione sana o già compromessa.Prima di procedere , comunque, sarebbe opportuna una valutazione da parte di uno specialista in medicina legale e delle assicurazioni, per meglio replicare sia in sede di conciliazione che contenziosa, nella quale, in ogni caso , il Tribuunale - con alta probabilità- nominerà un CTU per acclarare il quantum effettivo.
Distinti saluti
Avv. Felice Bruni - Catanzaro
Gentile signor Sergio,
dalla breve descrizione dei fatti, emerge chiaramente l'ampio margine tra la valutazione effettuata dal suo perito e quello assicurativo.
Le consiglio di effettuare un nuovo tentativo bonario con l'assicurazione con l'assistenza di un legale e in caso di riscontro negativo, procedere in giudizio.
Come già ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto, la materia rientra nel campo di applicazione della mediazione obbligatoria, pertanto qualsiasi azione in tribunale dovrà essere preceduta dal tentativo di mediazione.
Rimango a Sua disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Avv. Enrico Lo Presti
Buon giorno
per vedere riconosciute le sue ragioni deve iniziare un giudizio e chiedere tutti i danni;
resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti e/o iniziare un giudizio in merito
cordiali saluti
Avv. Melania Catalano
Buongiorno,
tra la valutazione medico/legale effettuata dal medico di parte e quella espletata dal medico legale della compagnia assicurativa vi è una ampia forbice. Otto punti di differenza non sono pochi; in termini di risarcimento danni stiamo parlando di una cifra molto consistente. Il mio consiglio è quello di fare un ulteriore tentativo provando ancora una volta a definire il tutto bonariamente. Si faccia aiutare da un avvocato esperto in infortunistica stradale. Magari l'intervento del legale potrebbe convincere la compagnia assicurativa ad alzare l'offerta risarcitoria al fine di evitare il contenzioso. Il tentativo va fatto.
Sono a sua completa disposizione per eventuali chiarimenti e/o suggerimenti.
Avv. Gianluca Voci
Mi pare ci sia troppa differenza, evidentemente uno dei 2 sbaglia
In ogni caso credo sia opportuno aprire una causa, verifichi che il suo perito abbia evidenziato un'incidenza sulla capacità lavorativa specifica, che comporta un ulteriore risarcimento
Resto a disposizione
Buongiorno,
Con tutta probabilità purtroppo il suo caso finirà in tribunale, in quando è evidente la disprepanza di valutazione tra il suo medico legale e il fiduciario della compagnia di assicurazione che l'ha visitata.
Spesso in giudizio queste controversie si risolvono in maniera positiva in quando la nomina di un ctu (consulente tecnico d'ufficio) nominato dal giudice come suo ausiliario, visiterà e valuterà in maniera obiettiva la situazione.
Disponibile per aventuali chiarimenti.
Cordiali saluti
Avv Francesca Mastroianni
Egregio Signor Sergio, buonasera.
Dalla rappresentazione dei fatti esposta, direi che, con ogni probabilità, il Suo caso finirà in Tribunale, a meno che la compagni assicurativa non muti la propria posizione.
È importante evidenziare che in un eventuale giudizio l'onere di provare l'esistenza delle patologie pregresse e, quindi, la limitazione del risarcimento. graverebbe esclusivamente sulla controparte.
Tenga presente, infine, che la riforma del 2014 ha introdotto l'obbligatorietà della negoziazione assistita nelle controversie inerenti i sinistri stradale, per cui prima di poter citare in causa la compagnia ed il responsabile, dovrà esperire tale tentativo preventivo, per il tramite di un legale.
Nella speranza d'aver risposto in maniera chiara ed esaustiva al quesito posto, resto a disposizione per eventuali chiarimenti e/o approfondimenti.
Con i più cordiali saluti
Buonasera Signor Sergio.
Il disaccordo tra periti può essere risolto dal ctu in una causa giudiziaria.
Le segnalo che prima di procedere giudizialmente dovrà esperire procedimento di negoziazione obbligatoria, rivolgendosi ad un legale di propria fiducia che invierà alla controparte la richiesta di negoziazione; in tale sede potrà essere raggiunto un accordo. In caso contrario (mancata risposta all’invito entro trenta giorni dalla ricezione o mancato raggiungimento di una soluzione bonaria) Lei potrà instaurare la causa civile.
Distinti saluti.
Avv. stab. (Abogado) Rossana Delbarba
Buongiorno sig. Sergio,
purtroppo in caso di disaccordo tra i due periti è necessario iniziare una causa per ottenere il giusto risarcimento del danno.
Le consiglio di rivolgersi ad un legale poiché, solitamente, l'intervento di un professionista può essere utile per valutare la possibilità di un eventuale accordo transattivo (ed evitare ove possibile un giudizio in Tribunale).
Il mio studio è a Sua disposizione per ogni chiarimento.