Buongiorno, mio marito e sua sorella sono proprietari al 50% di una proprietà indivisa, in cui si vive insieme. La sorella possiede 2 cani e un gatto che lascia liberi nella proprietà comune. Fin qui nessun problema, anche per noi che non abbiamo animali. Il fatto però è che li lascia liberi di espletare le deiezioni in tutte le parti comuni (compreso il garage) senza curarsi più di tanto di raccoglierle. Noi abbiamo un bambino di 5 anni e, fin da quando gattona e si muove, ho smesso di contare quanti escrementi ho dovuto togliergli dalle mani, dalle scarpe, dai vestiti, calpestandole e non solo nel giardino o semplicemente sul piazzale (che ribadisco è comune). ms a mio marito, aA causa di altri problemi, i rapporti sono a zero, se non con forti discussioni per molti motivi. Uno di questi è anche il fatto che, non educando i propri cani, questi, ad ogni apertura del cancello escono fuori e non vogliono rientrare. Tra le sue pretese, c'è quella di controllare se i cani escono e di farli rientrare. L'ultimo episodio risale a qualche giorno fa, in cui manda un sms accusando me di aver lasciato fuori ad un preciso orario, al pericolo, il cane più piccolo e che se dovesse succedergli qualche cosa, la tranquillità finirebbe. Tale accusa risulta infondata, in quanto proprio quel giorno io sono uscita molto presto con il bambino e sono rientrata molto tardi; trovandomi nell'orario incriminato a ben 30 km da casa ed in presenza di testimoni che lo possono confermare. Il problema non è il discolparmi. Ciò che vorrei sapere è se possono impormi di dover controllare una libertà che loro hanno dato ai loro animali (quindi io quando esco o entro dal cancello devo sincerarmi che non siano usciti e, nel caso, farli rientrare), visto poi che, soprattutto quando il cane piccolo è fuori, loro sono in casa! Il loro gatto ha poi preso il via a salire sul balconcino di casa mia, leccando i panni e tutto ciò che trova e in giardino l'ho visto fare i bisogni sui giochi di mio figlio (trovo disgustoso che ilgatto lecchi e si strofini sui miei abiti e, in più, io sono allergica ai gatti). Ho filmato il gatto sul mio balcone e ho tantissime foto delle deiezioni degli animali nelle zone comuni con tanto di data. In casa siamo arrivati all'esasperazione, anche perchè ora arrivano le intimazioni via messaggi per la loro tranquillità. Cosa devo fare affinchè la signora non mi inportuni più con certe pretese e si occupi dei propri animali nel modo civile che richiede una convivenza, seppur forzata? A questo punto vorremmo andare avanti per vie legali, anche per tutelarci. Grazie
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Buongiorno signora Valeria,
La sua famiglia non é né proprietaria né custode degli animali di suo fratello e xognata.
Le consiglio vivamente di inoltrare ai suoi vicini di casa una raccomandata A.R. diffidandoli, in sintesi, al rispetto delle regole di "buon vicinato" provvedendo alla cura delle parti comuni tenendo le stesse pulite da escrementi degli animali, nel custodire gli stessi animali al fine di non creare disturbo e di sorvegliare gli stessi al fine di impedire agli animali di scappare dalla proprietà in quanto voi non siete custodi.
Cordiali saluti
sig. valeria
purtroppo tutti i problemi di convivenza non sono semplici, possiamo ricorrere alla legge ma purtroppo la comproprietà resta. fatta questa premessa veniamo a noi: quello che si può fare è ottenere un provvedimento con il quale il giudice obblighi "pena ulteriore sanzione" sua cognata a prendersi cura degli animali, dargli una regola e sopratutto creargli uno spazio dove fare i propri bisogni. Prima di tutto questo mandare una lettere di ammonimento ai proprietari degli animali elencando loro tutte le vicende successe con il bimbo e accennare alla mancata igiene e paventare un intervento anche della asl..............
avete considerato anche la possibilità di recintare la Vostra metà?
.............resto a disposizione
Buongiorno Valeria,
Lei è tutelata pienamente dalla legge; infatti, ai sensi e per gli effetti dell'art. 2052 c.c., il proprietario di un animale, o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile per i danni cagionati dall'animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito salvo che provi il caso fortuito.
Mi rendo conto che la vicina convivenza complica la questione, però ha tutti gli strumenti per tutelare se stessa e i figli.
A Sua disposizione per chiarimenti.
Cordiali saluti.
Avv. Luca Grassini.
Buon giorno, sig.ra Valeria. La responsabilità per gli animali è anzitutto dei loro padroni e di chi li ha in cura. Lei, invece, non solo non ha alcuna responsabilità di tali animali, ma ne ha solo fastidi e disagi. Inoltre, data la presenza del bambino, è da temersi un rischio per la salute e la compromissione della salubrità degli ambienti comuni, sia per la scarsa igiene che per i cattivi odori. In conclusione, i vicini vanno invitati al rispetto delle regole della civile convivenza e nell'uso responsabile delle parti comuni, assumendosi la responsabilità di una diligente custodia dei propri animali domestici che non rechi danni ai vicini. Si potrebbe anche chiedere un intervento dell'ufficio locale d'ispettorato sanitario per verificare lo stato di salubrità dell'ambiente a causa della presenza di animali non adeguatamente accuditi, visti il temuto danno alla salute delle persone che vi abitano.
Cordiali saluti, avv. Maria Rosalia Megna - Palermo