Due coniugi mi hanno commissionato dei lavori di ristrutturazione nel proprio appartamento.
I lavori commissionati venivano concordati a mezzo contratto verbale e, per l'esecuzione degli stessi, era pattuita la somma di €. 3800,00.
I detti lavori, in particolare, consistevano in stuccatura, pitturazione, smaltatura etc.
Sta di fatto che, al termine dei lavori, ricevevo solo una parte della somma pattuita e, nonostante i solleciti verbali, i due coniugi non provvedevano al restante pagamento.
Anzi, questi ultimi contestano di aver subito danni durante l'esecuzione dei lavori, in particolare, lamentano di aver subito danni alle porte nuove. Con maggior esborso per riparare le dette porte asserendo di aver essi, invece, subito un maggior danno superiore alla somma richiesta.
Non ho testimoni che possono testimoniare sul quanto concordato (in realtà ci sta un ragazzo che ha lavorato con me ma a nero - che puo dire che lavori sono stati fatti - ma ho paura che se venisse a testimoniare posso incorrere in qualche sanzione per il lavoro a nero). Mi hanno proposto comunque di accettare solo 700 euro.
Posso far causa? A cosa vado incontro?
Stando cosi le cose si puo far causa?
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Il giudice è l'unica soluzione . La mancanza di documentazione fiscale e' però un problema . La testimonianza può essere sostituita. In tal caso occorre la perizia può ne
essere una perizia.che costa molto. Suggerisco una trattativa sacrificando una parte del suo compenso. Cordiali saluti. Avvocato Alessandro Caretta
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Direi che occorre provare i lavori svolti, e non ci sono problemi per la persona che l'ha aiutata, che può dire che collaborava senza precisare a che titolo. Riguardo l'importo concordato, sarà una perizia a stabilire secondo le tariffe vigenti sul mercato e secondo gli usi il prezzo da applicare. E' possibile in via preventiva far accertare i lavori svolti. Va comunque valutato il rapporto costi-benefici in una causa di importo non molto alto, per quanto non mi specifica a quanto ammonta il saldo. Resto a disposizione.
saluti
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Gent.mo Sig. Alessio,
intanto sarebbe opportuna una sollecita richiesta scritta del saldo a mezzo raccomandata a/r.
I mezzi di prova si ricercano, non è un problema.
Questo prima di accettare qualunque proposta transattiva.
Resto a disposizione e porgo
i migliori saluti.
Avv. Cristina Baglivo (FI)
Buongiorno e grazie per la Sua domanda.
Non potendo provare per iscritto il compenso pattuito, ed al fine di verificre se è vero oppure no che ci sono stati danni, io farei un accertamento tecnico preventivo davanti al Tribunale che permetterà di stabilire se e cosa è stato fatto, se è fatto a regola d'arte e a quanto ammonta l'esborso che i committenti dovranno pagare. A quel punto nulla potranno opporre.
Mi contatti privatamente.
Avv. Giulia Gasparini Carpi (MO)
La questione non è di semplice soluzione.
lei non ha in mano alcun documento attestante gli accordi presi ed il prezzo pattuito.
In ogni caso i lavori esistono e sono visibili.
Io proverei ad introitare un A.T.P. (accertamento tecnico preventivo), volto a far verificare i lavori, i costi per le ridette opere, e l'esistenza o meno di eventuali danni (e la loro quantificazione).
Una volta ottenuta la perizia da parte del consulente nominato dal Tribunale, potrà mettersi intorno ad un tavolo con la proprietà e discutere con maggior cognizione (reciproca) di causa.
avv. Giovanni Longo