Richiesta di consulenza legale su controversia con fornitore
Inviata da Brunobroc. 24 set 2024
Buongiorno,
Sono il titolare di una piccola azienda di produzione alimentare. Abbiamo avuto un accordo con un fornitore di articoli surgelati che ci forniva un prodotto in confezioni da 500g a un certo prezzo. Successivamente, abbiamo richiesto lo stesso prodotto in confezioni da 1 kg con il nostro marchio, che ci è stato fornito a un prezzo leggermente più alto.
Dopo due anni di fornitura, il fornitore ci ha richiesto un rimborso, sostenendo che il prezzo per confezione avrebbe dovuto raddoppiare con l’aumento del peso della confezione.
Per chiarire meglio:
Un sacchetto da 500g ci veniva venduto a €3,50.
Successivamente, un sacchetto da 1 kg ci è stato venduto per due anni a €3,70.
Ora il fornitore vorrebbe emettere una fattura di €3,50 per ogni sacchetto da 1 kg, sostenendo che il prezzo corretto avrebbe dovuto essere di €7 e che è stato commesso un errore.
La nostra azienda ha applicato il ricarico sulla base del prezzo di acquisto e, dopo due anni, sarebbe impensabile rintracciare tutti i clienti per richiedere un cambio di prezzo.
Secondo voi, è legittima la richiesta del fornitore che, dopo due anni, genererebbe una perdita per la nostra azienda?
Grazie in anticipo per la vostra risposta.
Cordiali saluti,
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lo sbaglio è stato del fornitore non è un problema vostro.
ad ogni modo bisogna considerare le future relazioni che vorreste mantenere con il fornitore e cercare di trovare un accordo in mediazione.
www.parerilegali.altervista.org
Buongiorno,
se esiste un contratto o una corrispondenza scritta (anche via e-mail) che stabilisce chiaramente il prezzo del sacchetto da 1 kg a €3,70, il fornitore è vincolato a tale accordo, e in assenza di una previsione contrattuale che consenta la modifica retroattiva dei prezzi, la richiesta del fornitore sarebbe infondata. Inoltre, se il prezzo è stato confermato nelle fatture e nei documenti di trasporto nel corso dei due anni di fornitura, il prezzo pattuito dovrebbe considerarsi accettato e concluso. Il fornitore, avendo accettato per due anni il prezzo di €3,70 per il sacchetto da 1 kg, ha confermato implicitamente di ritenere corretto tale prezzo. Un’eventuale errore nel prezzo avrebbe dovuto essere rilevato e comunicato tempestivamente.
In ogni caso, è irragionevole richiedere una rettifica retroattiva delle forniture già consegnate e accettate, poiché ciò violerebbe il principio della certezza del diritto nei rapporti commerciali.
Tuttavia, la pretesa del fornitore di chiedere un rimborso retroattivo violerebbe il principio di equità e potrebbe configurarsi come una violazione del principio della buona fede contrattuale.
Restando a disposizione, molto cordialmente saluto.
Avv. Fabio Casaburo