Rifiuto di accordo per risolvere una comproprieta'
Salve, mi trovo nella seguente posizione:
Ho ereditato una parte di un immobile in virtu' di un'eredita' (morte di mio padre).
Benche' questo immobile non fosse ipotecato, vi era un'ipoteca su 2 altri immobili facenti parte della stessa eredita' (finiti all'asta giudiziaria e poi venduti)
il cui ricavato -apparentemente- non e' stato sufficiente a soddisfare per intero il credito avanzato dalla banca.
Dico apparentemente perche' il curatore fallimentare non mi ha fatto pervenire alcuna comunicazione (ho ricevuto comunicazioni fino al momento in cui e' stato l'immobile venduto)
in merito al ricavato della vendita e all'ammontare del credito avanzato dalla banca al momento in cui questa e' avvenuta. Ignoro quindi se sia vero che la banca avanzi o meno
ulteriori crediti verso gli eredi.
Gli altri comproprietari adesso vorrebbero vendere, ma nel fare cio' si sono messi d'accordo sul versare 1/4 dell'importo alla banca per estinguere il presunto credito residuo, e 1/4
per pagare le spese legali di un avvocato che ha rappresentato alcuni eredi.
Ho rifiutato tale proposta in quanto non mi e' stata fornita alcuna documentazione sul credito avanzato dalla banca. Quindi non ho nemmeno modo di verificare se questo credito
esista o meno. Inoltre non vedo motivo alcuno per cui io debba concorrere al pagamento della parcella di un avvocato che non mi ha mai rappresentata, e per il quale non mi e' stato
nemmeno specificato il perche' debba ricevere tutto quel denaro (circa 15000 euro).
I parenti comproprietari stanno minacciandomi di farmi causa qualora il potenziale compratore si ritiri dalla vendita. Rischio qualcosa?
Qualora si rivolgano al tribunale per ottenere la vendita forzata dell'immobile, saro' passibile di addebito di spese legali (pagate per aprire la causa e per pagare il proprio legale)?
Io non mi opporrei alla vendita purche' mi venga riconosciuta ed assicurata la mia parte per intero senza che mi venga detratta alcuna cifra.
Vivo all'estero e purtroppo non posso fidarmi di alcun parente.