Separazione e disabilità

Inviata da Giuseppe. 5 dic 2017 Separazione

Buongiorno. Io sono un disabile non deambulante titolare di Invalidità Civile al 100% oltre alla Indennità di Accompagnamento. Ho lavorato come medico fino a 6 mesi fa quando sono andato in pensione con 2600 euro al mese. A questa cifra si deve aggiungere l'accompagnamento di 500 euro.
Mi sono sposato nel 1988 in regime di comunione dei beni, anche se tutto ciò che avevamo messo in comune proveniva dalla mia famiglia, e dal giorno stesso del matrimonio mia moglie, che faceva la segretaria in una concessionaria di auto, ha smesso di lavorare. Pertanto è sempre stata a mio carico e dal 1990 abbiamo anche una figlia che ancora studia all'Università. Abbiamo un appartamento di proprietà comprato con i soldi dei miei genitori.
Il matrimonio non è mai stato felice per una semplice e pura incompatibilità di carattere fra me e mia moglie, per cui da molti anni viviamo sotto lo stesso tetto ma siamo praticamente due estranei, tant'è che da almeno 8, forse 10 anni, dormiamo in camere separate ed evitiamo anche di soggiornare nella stessa stanza durante il giorno.. se lei è in salotto ed entro io si alza e se ne va.. e viceversa..
Lei non è mai stata molto collaborativa nei miei confronti. Mai una volta che si sia offerta spontaneamente di prestare aiuto.. solo su esplicita richiesta e facendomi pesare la cosa. Sono stato ricoverato varie volte in ospedale, anche lontano da casa, e ci sono sempre andato da solo o al massimo accompagnato da mio padre. Anzi, una sola volta ho dovuto chiedere esplicitamente a lei di accompagnarmi perchè dovendomi operare ad una mano non potevo guidare e quella volta mio padre non c’era.
Ci sarebbe molto da raccontare ma evito ulteriori lungaggini.
Poichè non ho più intenzione di tirare avanti in questo modo, ho deciso di chiedere la separazione legale ma non so a quali incombense economiche vado incontro. Per me è un salto nel buio, anche se sono deciso a farlo comunque. Considerando la situazione oggettiva, con me disabile al 100%, lei che non lavora da 30 anni ma perfettamente abile, come andrebbero suddivisi i nostri averi? Dovrò lasciare l’appartamento a lei e darle anche un assegno di mantenimento? Sono abbastanza preoccupato perchè non penso che in questo caso mi rimarrebbe abbastanza per vivere, pagare un nuovo affitto e assumere una badante o cameriera che, vista la mia situazione, sarebbe necessaria anche per tenere in ordine la casa.
L’alternativa a tutto ciò rimane la triste convivenza per il resto della mia vita.
Vorrei un vostro parere qualificato per sapere se c’è una via di uscita a questa situazione che mi sembra piuttosto complicata.
Vi ringrazio e porgo cordiali saluti.

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Buongiorno, per darle un parere su quando intraprendere un’eventuale separazione giudiziale, è fondamentale sapere quanti anni ha sua figlia esattamente e quanti esami le mancano. Sicuramente sarebbe preferibile un accordo con sua moglie, in tal caso neanche vi sarebbe la necessità di recarsi in Tribunale attraverso la stipulazione di una negoziazione assistita.

Studio Legale Roma Avvocato a Roma

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Ritengo che lei possa chiedere abbastanza tranquillamente la separazione. Tramite un legale verifichi la possibilità di trovare un accordo con sua moglie. NOn specifica se sua figlia che studia vive ancora in casa o meno. Ove così non fosse, potrebbe chiedere l'assegnazione del domicilio coniugale a lei, con collocazione della figlia presso di lei. Certo è che, in ogni caso, le risorse non sarebbero sufficienti per fare ciò che siete stati abituati ad oggi. Con la recente sentenza della cassazione, dopo il divorzio non vi è più da garantire il tenore di vita. Occorre verficare alcune cose e dati mancanti per una completa disamina del caso. Resto a disposizione

Studio Legale Avv. Laura Ferrari Avvocato a Novara

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Buongiorno,
sarebbe necessario conoscere più elementi, al fine di comprendere meglio su quali punti debba vertere la discussione, prima di tutto in relazione a Sua figlia (la casa familiare può essere assegnata solo in caso di figli minori o non autosufficienti, e la ragazza ha già una certa età).
Cordiali saluti.
Avv. Enrico Bet

Studio Legale Bet & Associati Avvocato a Genova

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Buongiorno,
la situazione da lei descritta merita qualche approfondimento. Esporre le varie possibilità non è possibile farlo chiaramente in questo breve spazio.
Le suggerisco di prendere contatto diretto con avvocato.
Cordiali saluti
Avv. Marco Rigoni

Studio Avvocato Marco Rigoni Avvocato a Brescia

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Se non vi sono figli minori o maggiorenni non economicamente indipendenti la casa non viene assegnata alla coniuge. Nel suo caso dovrebbe stabilirsi con chi possa vivere la figlia maggiorenne che studia ancora e a cui spetta assegno di mantenimento. La sua situazione è certamente delicata e va affrontata con la dovuta cautela e perizia

Studio Di Caprio Avvocato a Casoria

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