Separazione e disabilità
Buongiorno. Io sono un disabile non deambulante titolare di Invalidità Civile al 100% oltre alla Indennità di Accompagnamento. Ho lavorato come medico fino a 6 mesi fa quando sono andato in pensione con 2600 euro al mese. A questa cifra si deve aggiungere l'accompagnamento di 500 euro.
Mi sono sposato nel 1988 in regime di comunione dei beni, anche se tutto ciò che avevamo messo in comune proveniva dalla mia famiglia, e dal giorno stesso del matrimonio mia moglie, che faceva la segretaria in una concessionaria di auto, ha smesso di lavorare. Pertanto è sempre stata a mio carico e dal 1990 abbiamo anche una figlia che ancora studia all'Università. Abbiamo un appartamento di proprietà comprato con i soldi dei miei genitori.
Il matrimonio non è mai stato felice per una semplice e pura incompatibilità di carattere fra me e mia moglie, per cui da molti anni viviamo sotto lo stesso tetto ma siamo praticamente due estranei, tant'è che da almeno 8, forse 10 anni, dormiamo in camere separate ed evitiamo anche di soggiornare nella stessa stanza durante il giorno.. se lei è in salotto ed entro io si alza e se ne va.. e viceversa..
Lei non è mai stata molto collaborativa nei miei confronti. Mai una volta che si sia offerta spontaneamente di prestare aiuto.. solo su esplicita richiesta e facendomi pesare la cosa. Sono stato ricoverato varie volte in ospedale, anche lontano da casa, e ci sono sempre andato da solo o al massimo accompagnato da mio padre. Anzi, una sola volta ho dovuto chiedere esplicitamente a lei di accompagnarmi perchè dovendomi operare ad una mano non potevo guidare e quella volta mio padre non c’era.
Ci sarebbe molto da raccontare ma evito ulteriori lungaggini.
Poichè non ho più intenzione di tirare avanti in questo modo, ho deciso di chiedere la separazione legale ma non so a quali incombense economiche vado incontro. Per me è un salto nel buio, anche se sono deciso a farlo comunque. Considerando la situazione oggettiva, con me disabile al 100%, lei che non lavora da 30 anni ma perfettamente abile, come andrebbero suddivisi i nostri averi? Dovrò lasciare l’appartamento a lei e darle anche un assegno di mantenimento? Sono abbastanza preoccupato perchè non penso che in questo caso mi rimarrebbe abbastanza per vivere, pagare un nuovo affitto e assumere una badante o cameriera che, vista la mia situazione, sarebbe necessaria anche per tenere in ordine la casa.
L’alternativa a tutto ciò rimane la triste convivenza per il resto della mia vita.
Vorrei un vostro parere qualificato per sapere se c’è una via di uscita a questa situazione che mi sembra piuttosto complicata.
Vi ringrazio e porgo cordiali saluti.