Separazione/divorzio per tossicodipendenza del marito
Buongiorno. Sono sposata da 27 anni con un tossicodipendente da eroina che nell'anno del matrimonio stava uscendo dalla dipendenza (la condizione di cui sono stata messa a corrente solo dopo il matrimonio). Comunque per molti anni mio marito ha lavorato e si è preso cura della famiglia fino all' anno 2015 in cui ha intrapreso una relazione inizialmente clandestina e per molto tempo negata. Quando però la faccenda è diventata ovvia e il marito non ha voluto cercare di recuperare il nostro rapporto, ho deciso di separarmi da lui e tornare nel mio paese dove mi è stato proposto il dottorato di ricerca che dall' inizio del matrimonio volevo fare, sempre impedita dal marito e ricattata che questo avrebbe provocato la fine del matrimonio e la perdita dei figli. Aggiungo che per 19 mesi dalla scoperta della relazione parallela sono rimasta nella casa coniugale provando a salvare il matrimonio. Vista l'inefficacia dei tentativi a instaurare un dialogo, così come di ottenere la separazione consensuale, mi ero rivolta a un legale per porre una fine legale al matrimonio di 19 anni, però mio marito ignorava gli inviti dell' avvocato per un incontro. Quando finalmente esso ha avuto luogo, mio marito ha constatato che non avrebbe mai permesso che portassi il figlio minorenne nel mio paese e che in ogni caso non sarebbe disposto a collaborare. A questo punto ho sospeso la pratica legale anche perché lavorando solo 4 mesi d'estate non mi potevo permettere di affrontare le spese legali che nel caso di rifiuto di contrattazione da parte di mio marito diventavano elevate. Per 8 anni venivo a casa di mio marito tutte le estati e quasi ogni mese per 3-5 giorni per stare vicino ai nostri figli. Ho sempre sostenuto le spese di loro educazione e contribuito ad altri bisogni nella misura a me possibile (i miei guadagni erano di circa 3 volte inferiori rispetto a quelli di mio marito). Negli anni abbiamo instaurato con il marito un rapporto semi-amichevole per il bene dei nostri figli (ormai tutti e due maggiorenni). Il problema è che da circa 3 anni mio marito non lavora (a parte 3 mesi di stagione estiva nel 2023). Quando lo lasciavo aveva una retribuzione di circa di 24 000€ annuali e dei risparmi consistenti in banca. Adesso è rimasto nullatenente con debiti a causa di una nuova dipendenza da cocaina della quale mi sono resa conto finalmente 3 anni fa, ma essa dura da almeno 9 anni, ancora da prima della sua relazione parallela (purtroppo all' epoca i segnali che adesso mi sono ben chiari, non li collegavo all' uso della sostanza).
Riassumendo, dal 2016 io e mio marito siamo separati di fatto (l'anno in cui sono tornata nel mio paese per gli studi). Dal 2020 grazie alle borse di studio e aiuto dei genitori ho cambiato residenza in ltalia in seguito all' acquisto di un appartamento (siamo sposati in regime di separazione dei beni). Vivo con 4 stipendi stagionali all' anno in maniera austera, grazie alla quale posso essere autosufficiente e continuare gli studi (non essendo più retribuita).
La mia domanda è (visto che il marito, ormai solo e fortemente dipendente da droga, si oppone alla separazione), cosa posso fare per tutelarmi dalle responsabilità legali e finanziarie nei suoi confronti, dato il fatto che la sua dipendenza può provocare i danni ben più gravi? Purtroppo in tutti questi anni non mi sono tutelata in nessun modo, maggiormente per il quieto vivere e per non perdere il contatto con i figli, per i quali sono sempre stata presente.
Adriana