Nell'ultimo testamento mia madre (datato 2001) asseriva di aver contratto un debito di 100 milioni di lire con mia sorella, vedova, pensionata e senza alcuna attività lavorativa o professionale.
In virtù di questo presunto debito, mia sorella ha ereditato 2 appartamenti su 4,compreso quello che per 30 anni era stato detto fosse destinato a me.
Preciso che nel 1998, mia sorella era già stata indicata come erede delle stesse unità immobiliari, mentre per me erano stati destinati 150 milioni di lire in banca.
Mi chiedo come possa essere possibile che, in assenza di acquisizione di ulteriori beni immobili, chi dispone di una liquidità di 150 milioni di lire possa, a distanza di 3 anni, indebitarsi per ulteriori 100 milioni.
Posso pretendere da mia sorella la dimostrazione di quel prestito fatto a mia madre. In mancanza di atti a ciò idonei, posso impugnare il testamento?
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Gentile sig. Rino.
Se ritiene di avere le prove della falsità dell'atto pubblico il rimedio valido è solo uno: proposizione di querela di falso.
Mi faccia sapere.
Grazie.
Avv. Michele Vissani
Egregio signor Rino,
in ogni caso, avendo Lei dato esecuzione alla volantà della mamma senza impugnare il testamento e/o presentare azioni di riduzione e considerando che sono trascorsi 10 anni non può più agire .
Cordiali saluti