Tribunale europeo?

Inviata da rodica. 8 giu 2017 Separazione

Salve mi chiamo Rodica, sono una ragazza di 25 anni di nazionalità Rumena, ho un bambino di 5 anni. Vivo in Italia da 4 anni per motivi di lavoro, dove convivo con un italiano, in Romania ho lasciato il mio bimbo con il mio ex compagno mantenendo entrambi per tutto il tempo. Questo inverno d'accordo con il mio compagno abbiamo ospitato il mio ex con mio figlio, per aiutarlo a trovare un lavoro qui, così finalmente potevo crescere il mio bimbo.Dopo 3 mesi una notte il mio ex si appropria del bambino e scappa in Romania, in quanto gli avevo trovato un lavoro. In Romania ho iniziato una causa per l'affidamento, che sta per iniziare e una causa di urgenza per stabilire i miei diritti di visita e i legami con il bambino. Quest'ultima mi è stata respinta e ho fatto appello, ma anche questo mi è stato respinto in quanto ritengono che non ci siamo l'urgenza di avere contatti con mio figlio nonostante l'ultima volta che sono andata a trovarlo suo padre mi ha cacciata da casa dopo 10 minuti.
Volevo sapere se posso intentare una causa al tribunale europeo per il diritto dell'uomo o qualcosa del genere, qualcuno può darmi aiuto?

Grazie

Rodica

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Occorre analizzare bene la questione: il bambino viveva con il padre? Attualmente il padre le impedisce di vederlo? E' sua intenzione portare il bambino a vivere in Italia? Con che motivazione il Tribunale romeno le ha negato il diritto di visita? Una volta chiarite queste questioni e una volta esauriti gli strumenti giuridici che le mette a disposizione lo Stato rumeno è possibile rivolgersi alla Corte europea per i diritti dell'uomo.
Mi faccia sapere se ha bisogno di più informazioni.
Avv. Chiara Parolin

Anonimo-164081 Avvocato a Bassano del Grappa

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Gentilissima Signora Rodita,
il caso è complesso. Le riporto quanto suggerisce il Ministero della Giustizia italiano in proposito a casi di sottrazione di minore.
Se è applicabile la Convenzione dell’Aia del 1980 ( La Romania ha aderito ), occorre:
contattare immediatamente l'autorità centrale italiana per l'avvio della specifica procedura, compilando con attenzione i moduli che saranno forniti

Attenzione:
occorre cercare di ricordare gli indirizzi presso cui potrebbe recarsi il sottrattore o i nomi delle persone che potrebbero essere in qualche maniera coinvolte o a conoscenza della sottrazione;
devono essere presentati alcuni documenti di cui sarà fornito l’elenco. Tra questi, sono particolarmente utili i documenti che comprovano l’effettiva residenza abituale del minore in Italia al momento della sottrazione: oltre al certificato anagrafico di residenza, sono quindi utili l’attestato di frequenza alla scuola che il bambino frequentava prima della sottrazione; l’attestato di frequenza alle attività extrascolastiche; l’attestato del medico pediatra che comprovi la continuità della presa in carico sanitaria; il calendario delle vaccinazioni realizzate in Italia
evitare di insistere in tentativi autonomi di componimento della vicenda, tanto più se vi siano già stati insuccessi o rinvii di date precedentemente concordate per il ritorno in Italia. I mesi così persi potrebbero giocare a favore del sottrattore. Infatti le procedure di ritorno hanno la massima efficacia entro un anno dalla sottrazione o mancata restituzione
valutare con un legale di fiducia l’opportunità di avviare immediatamente una procedura in Italia per regolamentare l’affidamento del minore
se è già stata emessa una decisione nella causa di separazione, divorzio o affidamento, valutare con un legale di fiducia l’opportunità far riconoscere il provvedimento nello Stato in cui il minore è stato portato
valutare se presentare denuncia presso gli organi di polizia giudiziaria. Se si decide di farlo, si chieda espressamente che la denuncia sia inserita nei sistemi informatici delle forze di polizia.
Spero di esserLe stato in qualche modo di utilità per iniziare a muoversi
Saluti cordiali
Avv.Antonio Cesarini

Avv. Antonio Cesarini Avvocato a Bergamo

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