Salve ho 27 anni e vivo una situazione familiare del tutto fuori dal mio concetto di normalità.
Mio padre ha sempre avuto un modo " violento " di imporre la sua autorità, cercando sempre imporre la sua idea secondo la quale se un genitore ti dice di fare una cosa tu la fai e basta, senza se e senza ma.
Ricordo di lui episodi di quando ero veramente piccolo di schiaffoni, per non aver voluto fare i compiti, schiaffi e calci per essermi allontanato più del previsto da casa, umiliazioni difronte ad errori di ortografia durante lo svolgimento dei compiti (ovviamente parliamo di quando ero un bambino) e credetemi se vi dico che già dai tempi delle scuole medie metteva da parte i miei vestiti tra i panni da stirare perchè voleva lo facessi io inquanto, a suo dire, avevo troppo tempo libero. Non si è mai davvero interessato delle mie ambizioni, le ha sempre sminuite, si contano sulle dita di una mano le volte in cui si è interessato ai miei problemi, (eccezion fatta della scuola e del lavoro).
Ha sempre ritenuto superficiale il mio stare male per non riuscire ad inserirmi nei contesti che mi circondavano di ogni genere, sostenendo sempre che le cose importanti erano altre e credetemi queste sono solo alcune delle cose che mi vengono in mente adesso.
Ha minacciato più volte di buttarmi fuori di casa quando provavo a liberarmi, ho visto piatti volare, ho visto tavoli rovesciarsi e insistentemente da la colpa delle sue frustrazioni a me ( si rivolge in generale alla famiglia, ma vi assicuro che con mia sorella minore è tutt'altra storia.)
Negli anni questa cosa mi ha portato più volte a farmi avere la necessità di consultare uno psicologo e, inevitabilmente, mi ha trasmesso la stessa attitudine ad esplodere difronte ai conflitti (cosa che odio).
Credete io possa reagire in qualche modo per vie legali?
Grazie
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Miglior risposta
Questa risposta è stata utile per 11 persone
Egr. sig. Andrea, per quanto concerne la possibilità di avanzare una querela, in relazione ai fatti da lei esposti, preciso che ciò sarebbe possibile solo per gli accadimenti degli ultimi tre mesi; tutto ciò che é antecedente risulterebbe infatti non più perseguibile.
A livello civile potrebbe invece procedere a richiedere un risarcimento dei danni, laddove provasse sia i maltrattamenti che le loro conseguenze. In tal caso potrebbe procedere per i fatti accaduti negli ultimi cinque anni (il resto sarebbe invece prescritto).
A disposizione per ogni eventuale chiarimento, porgo cordiali saluti.
pur necessitando di ulteriori informazioni al fine di renderLe una risposta esauriente, da quanto da Lei riferito, sembrerebbe potersi ipotizzare la sussistenza degli estremi del reato di maltrattamenti in famiglia, previsto e punito dall'art. 572 del codice penale.
Tale reato, infatti, si può ritenere integrato laddove vi sia una condotta abituale, costituita da una serie di fatti, per lo più commissivi, ma anche omissivi, i quali acquistano rilevanza penale per la loro reiterazione nel tempo. Trattasi di fatti, che in sé per sé considerati, possono anche non integrare autonome figure di reato, ma che valutati nel loro complesso, devono configurare una condotta di sopraffazione sistematica e programmata, tale da rendere la convivenza particolarmente dolorosa.
Trattandosi di reato abituale (per parte della giurisprudenza, di reato permanente), il termine di prescrizione decorre dall'ultima delle singole condotte illecite.. E nell'eventuale querela che Lei decidesse di presentare (trattasi, in realtà, di reato perseguibile d'ufficio e dunque denunciabile da chiunque), dovrebbe far riferimento a tutti i fatti e non solo agli accadimenti degli ultimi tre mesi.. proprio perché ai fini dell'integrazione del delitto di maltrattamenti, occorre dimostrare la reiterazione nel tempo delle condotte, idonea ad imporre un regime di vita vessatorio, morsicante.. insostenibile.
Ovviamente, oltre alla presentazione di una querela, potrà valutarsi una eventuale costituzione di parte civile nel processo penale al fine di ottenere il risarcimento dei danni da Lei subiti.
Nel restare a Sua disposizione per qualsivoglia ulteriore chiarimento e/o necessità, La saluto molto cordialmente.
Avv. Elisa Guardiani