vorei sapere se cè il presupposto per mobbing
Buon giorno.
Vorrei sottoporre la mia situazione lavorativa a voi poiché sono arrivato a una situazione insopportabile sul posto di lavoro, tanto che ieri ho avuto un attacco di panico e sono dovuto recarmi al mio medico curante per chiedere aiuto.
Lavoro presso un’azienda con sede in provincia di Bologna dove sono impiegato come tecnico. Sono stato assunto nel settembre 2010 con l’incarico di preposto alla manutenzione. Per cinque anni tutto è andato bene fino a un conflitto con il direttore della produzione. Il contrasto riguardava l’organizzazione delle mansione perché le pretese del direttore crescevano e lui non prendeva mai responsabilità riguardante azioni e progetti lasciando le incombenze a me. Le discussioni sul posto di lavoro aumentavano sempre di più e ogni mia iniziativa veniva ostacolato. Fino al punto due anni fa quando fu chiamato in ufficio da lui e invitato a lasciare l’azienda. Al mio rifiuto mi ha tolto telefono aziendale e i miei attrezzi e sono stato rimpiazzato da mio assistente. Per un periodo di circa tre mesi venivo completamente ignorato da lui (direttore) e i suoi collaboratori. Non mi veniva fornito commesse di programma lavorativo. Resistendo a questo l’azienda ha deciso di spostarmi in un riparto di selezionatura dove per un anno sono stato isolato dal resto dei lavoratori compiendo attività che comprendeva anche la sostituzione di soggetti con handicap. In questa fase venivo ripreso pubblicamente o in ufficio con regolarità, sempre con uno o due dei suoi collaboratori, dove mi accusavano di essere poco produttivo etc. Il lavoro era ripetitivo e alienante e con una notifica al ausl questa situazione fu analizzato e loro decretarono che non poteva essere svolto per più di quattro ore consecutivi al giorno. Cosi che il direttore decise di cambiare il mio contratto da manutentore a addetto alla produzione (il mio rifiuto avrebbe costituito motivazione di licenziamento per giusta causa) cosi potendomi spostare in reparto produzione. Fino a qui ho resistito e faceva le mie otto ore (quaranta ore settimanali) Cercavo di non deprimermi anche se le attività erano molto più umili di quelli che svolgeva primo, è della mia qualifica. Circa sei mesi fa però cambiò tutto, fu avvisato che cambiavano l’orario di lavoro a turnista. Ora mi trovo a lavorare di notte di domenica e i week end con poco riposo, svolgendo un’attività che solitamente viene usato per abituare nuove operatrici ai metodi di lavoro. Qui sono controllato da coordinatrici e capo turni che non permettono nessuna tipo di libertà. Anche soltanto andare in bagno deve essere richiesto a uno di loro e a volte passa molto tempo prima che concedono il permesso.
Ora soffro di uno stato di ansia, anche se il mio medico curante mi rassicura che non sono io la causa del mio disaggio e non mi somministra farmaci.
Successivamente a questo episodio di malessere ho ricevuto un richiamo disciplinare da parte dell’azienda alla quale ho risposto per iscritto e loro hanno accettato le giustificazioni ma con tono arrogante ribadendo che mi devo attenere rigorosamente alla disciplina di lavoro. (cosa sempre fatto da parte mia ma non da parte loro!)
Vi chiedo gentilmente se ci sono le presupposte per una causa di mobbing e sè io mi posso licenziare per giusta causa.
Vi ringrazio per la vostra attenzione.
Dario Turtoro.