A CHI VENGONO AFFIDATI GLI ANIMALI DOMESTICI IN CASO DI SEPARAZIONE DEI CONIUGI?
LE REGOLE DI AFFIDO E FREQUENTAZIONE POSSONO ESSERE MESSE PER ISCRITTO NEL VERBALE DI SEPARAZIONE DEI CONIUGI
In caso di separazione, oltre a dover addivenire ad un accordo per la divisione dei beni comuni, i patner si trovano a decidere con chi dei due vivrà l'animale domestico.
Per poter chiarire quali sono le regole sull'affidamento e mantenimento degli animali di affezione, è necessario distinguere i casi in cui la separazione o il divorzio avvengano con un accordo sottoscritto dai coniugi, da quelli in cui, in mancanza di conciliazione, si debba procedere con una causa giudiziale.
A fronte delle richieste sempre più frequenti, i Tribunali italiani consentono di regolamentare per iscritto, con ricorso per separazione consensuale o divorzio congiunto, l'affido e la frequentazione di cani e gatti, nonostante la giurisprudenza ritenga più opportuno inserire le condizioni in una scrittura privata a parte.
Da ultimo, il Tribunale di Modena, con provvedimento del 18 gennaio 2018, ha omologato il verbale di separazione personale consensuale dei coniugi, con il quale veniva stabilito, tra le altre condizioni, che il cane di famiglia rimanesse nella casa coniugale fino a quando i figli avrebbero convissuto con il genitore, stabilendo a carico dell'altro un contributo economico per mantenere l'animale, che, pertanto, si sommava a quello disposto in favore della prole minorenne.
Qualora, invece, le parti non raggiungano un accordo, il Tribunale non è tenuto ad occuparsi dell'affidamento degli animali, nemmeno su richiesta specifica delle parti, ma potrà comunque pronunciarsi, nonostante la mancanza di una norma di riferimento, creando così precedenti giurisprudenziali.
Due le pronunce più significative sul punto: una, del Tribunale di Foggia che, in una causa di separazione, ha affidato il cane ad uno dei coniugi, concedendo all'altro il diritto di visita per alcune ore determinate nel corso della giornata; l'altra, del Tribunale di Cremona che, sempre in una causa di separazione, ha disposto l'affido condiviso del cane con obbligo di suddivisione al 50% delle spese per il suo mantenimento.
I due Tribunali, in assenza di una norma di riferimento, hanno applicato, per analogia, la disciplina riservata ai figli minori.