Comprendere l’Affidamento Esclusivo: Quando e Perché Viene Concesso

L'affidamento esclusivo dei figli è una misura adottata quando l'affidamento condiviso è ritenuto contrario all'interesse del minore. Questo comporta che un solo genitore prenda le decisioni principali sulla vita del figlio.

16 AGO 2024 · Tempo di lettura: min.
Comprendere l’Affidamento Esclusivo: Quando e Perché Viene Concesso

L'affidamento esclusivo dei figli impatta profondamente sulla vita delle persone coinvolte. In un contesto familiare complesso e in continua evoluzione, diventa cruciale comprendere i diritti e i doveri legati a questa forma di affidamento. Cosa significa esattamente? Quali normative lo regolano? E in quali circostanze viene concesso?

L'affidamento esclusivo assegna a un solo genitore, detto "affidatario", il diritto e il dovere di prendere le decisioni fondamentali per la vita del minore. Diversamente dall'affidamento condiviso, dove la responsabilità è congiunta, l'affidamento esclusivo centralizza questa responsabilità. Tuttavia, il genitore non affidatario conserva il diritto di visita e l'obbligo di contribuire al mantenimento del figlio. Le scelte riguardanti educazione, salute e gestione quotidiana spettano all'affidatario, salvo rare eccezioni.

In Italia, le norme sull'affidamento sono stabilite dal Codice Civile, in particolare dagli articoli 337-ter e seguenti, introdotti dalla legge n. 54 del 2006. Questa legge ha favorito l'affidamento condiviso come regola generale, ma lascia spazio all'affidamento esclusivo in casi particolari. Il giudice può optare per questa soluzione se ritiene che l'affidamento condiviso sia contrario all'interesse del minore. Situazioni come l'inadeguatezza di un genitore, gravi comportamenti scorretti o conflitti insanabili possono giustificare tale decisione.

L'affidamento condiviso è preferito, ma esistono circostanze in cui l'affidamento esclusivo diventa necessario. Violenza domestica, abuso di sostanze, incapacità genitoriale, conflitti accesi tra i genitori o grande distanza geografica sono alcuni dei motivi per cui il giudice può optare per questa soluzione. In ogni caso, l'interesse superiore del minore è il principio guida. Questo principio, sancito anche dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, impone che ogni decisione debba tener conto del benessere psicologico, fisico ed emotivo del minore.

Il giudice, spesso, si avvale di consulenze tecniche d'ufficio (CTU) affidate a psicologi o assistenti sociali per valutare la situazione familiare e identificare la soluzione migliore. Questi esperti esaminano le dinamiche familiari, le capacità genitoriali e il rapporto tra il minore e ciascun genitore, offrendo un quadro completo della situazione.

L'affidamento esclusivo ha un impatto significativo su tutti i soggetti coinvolti. Il genitore affidatario ha maggiori responsabilità, ma anche maggiore autonomia decisionale. Il genitore non affidatario potrebbe sentirsi escluso da alcuni aspetti della vita del figlio, pur mantenendo il diritto di visita e l'obbligo di contribuire alle spese di mantenimento.Per il minore, l'affidamento esclusivo può rappresentare una fonte di stabilità, soprattutto se l'altro genitore non è in grado di garantire un ambiente sicuro. È fondamentale che l'affidatario promuova, quando possibile, un rapporto positivo tra il figlio e l'altro genitore per evitare sentimenti di alienazione o conflitto di lealtà.

Anche in caso di affidamento esclusivo, il genitore non affidatario ha diritto a mantenere un rapporto significativo con il figlio. Il giudice stabilisce tempi e modalità delle visite in base alle esigenze del minore e alla situazione familiare specifica. Il diritto di visita non può essere negato, salvo gravi motivi, nel qual caso il giudice può prevedere visite protette con la supervisione di un assistente sociale.

Diversi casi mediatici in Italia hanno acceso i riflettori sull'affidamento esclusivo, evidenziando le difficoltà che emergono in situazioni di separazione o divorzio conflittuale. Un caso emblematico riguarda un padre condannato per violenza domestica che ha continuato a chiedere l'affidamento condiviso dei figli. Questo episodio ha suscitato dibattiti sull'efficacia delle leggi attuali nel proteggere i minori e garantire che il loro interesse prevalga su ogni altra considerazione.

L'affidamento esclusivo resta una misura eccezionale, adottata solo quando l'affidamento condiviso non è nell'interesse del minore. Capire le circostanze in cui può essere concesso, i diritti e i doveri che ne derivano, e gli effetti sul minore è cruciale per affrontare consapevolmente le sfide legate alla separazione o al divorzio. Affidarsi a professionisti esperti in diritto di famiglia è essenziale per proteggere i diritti del minore e adottare la soluzione più adatta.

Scritto da

Studio legale Polenzani - Brizzi

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