Evasione fiscale: controllo di smartphone, chat ed email
Il testo della circolare cerca nuove modalità per la lotta all'evasione fiscale e alle frodi, dando nuovi strumenti alla Guardia di Finanza per l'esecuzione dei controlli.
La circolare numero 1/2018, in vigore il prossimo anno, permetterà alla Guardia di Finanza di controllare i dati dei dispositivi elettronici per migliorare la lotta contro l'evasione fiscale.
L'evasione fiscale è una problema molto difficile da combattere. Secondo le dichiarazioni del 2017 di Enrico Giovannini, presidente della Commissione per la redazione della "Relazione annuale sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva", in Italia, l'evasione fiscale potrebbe aggirarsi intorno ai 110 miliardi di euro l'anno.
Per questo, per il prossimo anno, la Guardia di Finanza ha ricevuto una nuova circolare operativa, la numero 1/2018, all'interno del documento "Manuale operativo di contrasto all'evasione e alle frodi fiscali" che cerca di migliorare la lotta all'evasione fiscale. Questo testo modifica e rinnova il contenuto della circolare numero 1/2008, cercando di ottimizzare i controlli e di aggiornarli. La circolare sarà operativa a partire dal prossimo 1° gennaio 2018.
Oltre a contenere nuove informazioni sui controlli antievasione attraverso gli strumenti di cooperazione internazionale e un maggiore coordinamento con l'Agenzia delle Entrate, la nuova circolare cerca nuove modalità per la lotta all'evasione fiscale e alle frodi, dando nuove possibilità alla Guardia di Finanza per i controlli. Una delle notizie che ha più avuto risonanza nei mezzi di comunicazione è stata la possibilità per il fisco di poter controllare eventuali sospetti di evasione fiscale anche attraverso i documenti informatici, ad esempio tramite l'analisi di smartphone, chat e email.
Nel Manuale si legge che:
"considerato il rischio concreto di cancellazione del materiale di interesse al momento dell'accesso, la contromisura da adottare consiste nella ricerca di copie di sicurezza (back-up) delle informazioni (back-up su dischi esterni, uso di strumenti di cloud storage come Google Drive, Dropbox, OneDrive e simili). Il confronto fra il back-up realizzato dal contribuente prima dell'inizio dell'attività ispettiva e le evidenze acquisite dai verificatori al momento dell'accesso può, infatti, evidenziare l'esistenza di elementi occulti da sottoporre a ulteriori approfondimenti".
Ciò si traduce, per il fisco, nella possibilità di poter approfondire le indagini e avere accesso alla memoria di tablet, computer o smartphone così come a tutti messaggi di applicazioni come Whatsapp. Lo scopo è quello di ricercare ulteriori elementi per dimostrare i casi di evasione fiscale. La Guardia di Finanza potrà lavorare sia su dispositivi spenti, cercando di recuperarne la memoria, ma anche su dispositivi attivi, per evitare che con il loro spegnimento possano essere persi dati importanti per il controllo antifrode.
Ovviamente, queste nuove misure sono state contestate a causa dell'invasione della privacy degli utenti, visto che sarà possibile accedere a chat e messaggi personali. Tuttavia, nel manuale sono presenti dei limiti riguardo l'intromissione del fisco nei dispositivi dei soggetti controllati.
Il testo, infine, prevede l'utilizzo di personale specializzato, principalmente nel campo del Computer Forensics e Data Analysis per poter avere un migliore accesso ai dispositivi e per non perdere dati fondamentali.
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