Il licenziamento per giusta causa
Se sussiste la giusta causa, il datore di lavoro può mettere in atto il licenziamento senza preavviso.
Secondo una recente sentenza del Tribunale di Treviso, in caso di licenziamento per giusta causa e documentazione consegnata in giudizio dal datore di lavoro, l'onere della prova di aver agito senza dolo spetta al lavoratore.
Cosa s'intende per licenziamento per giusta causa?
Quando si parla di "licenziamento per giusta causa" si intende quella cessazione del rapporto di lavoro, decisa da parte del datore di lavoro, avvenuta a causa di un'inadempienza talmente grave da parte del lavoratore da compromettere il rapporto di fiducia a livello lavorativo e che non permette la prosecuzione della relazione professionale. Il rapporto fiduciario fra lavoratore e impresa, infatti, è un presupposto indispensabile per la continuazione del rapporto lavorativo.
Il licenziamento per giusta causa viene disciplinato dall'articolo 2119 del Codice Civile:
"Ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto prima della scadenza del termine, se il contratto è a tempo determinato, o senza preavviso, se il contratto è a tempo indeterminato, qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto. Se il contratto è a tempo indeterminato, al prestatore di lavoro che recede per giusta causa compete l'indennità indicata nel secondo comma dell'articolo precedente.
Non costituisce giusta causa di risoluzione del contratto il fallimento dell'imprenditore o la liquidazione coatta amministrativa dell'azienda".
Se sussiste la giusta causa, il datore di lavoro può mettere in atto il licenziamento senza preavviso, in quanto il motivo non permette la prosecuzione, neppur provvisoria, del rapporto professionale. I motivi per questo tipo di licenziamento possono essere sia contrattuali che extracontrattuali. Sarà il giudice a dover valutare caso per caso e accertare la rottura del rapporto fiduciario tra lavoratore e impresa.
Il licenziamento per giusta causa non dev'essere confuso con il licenziamento per giustificato motivo (soggettivo o oggettivo). In quest'ultimo caso, secondo la legge 604/1966, si tratta di un "notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro ovvero da ragioni inerenti all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa". Fra i due licenziamenti, dunque, a variare è il livello di gravità dell'inadempienza. Nel licenziamento per giustificato motivo, infatti, è necessario dare un periodo di preavviso.
Il caso del Tribunale di Treviso
Fra le ultime sentenze in merito al licenziamento per giusta causa, una delle più importanti è stata quella del Tribunale di Treviso del 13 aprile scorso. Il caso riguarda una dipendente che è stata licenziata dopo aver richiesto e ottenuto il rimborso dall'impresa per le spese carburante dell'auto aziendale nonostante il costo fosse già stato saldato attraverso la carta prepagata dell'azienda. La dipendente si è difesa parlando di errore e svista nel momento della compilazione informatica delle spese. L'impresa, però, ha presentato in giudizio le richieste di rimborso della dipendente relative agli ultimi mesi, dimostrando che il comportamento era reiterato. Per questo, il giudice ha ritenuto che la teoria della dipendente non fosse credibile. Nonostante ciò, il tribunale ha permesso alla donna di poter provare di aver agito senza dolo. Tuttavia, nemmeno i testimoni hanno potuto avvalorare la sua tesi. Per questo, il licenziamento per giusta causa è stato confermato.
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Ho lavorato la badante per una donna 2anni e 10 mese...Senza aiuto da nissuna parte da familia. .senza libero 24 con 24 ,non 2 ore libere, non 12 ore libere,non la domenica..ho lavorato sempre...come datore di lavoro are una malattia ,ituse, non si moveva. ..da 3 mese are un tutore legale che mi ha fatto licenziamento per giusta cauza in momento qusando io ho arrivato da ferie. Tutore ha trovato motive che io posso demonstrare che non sono veri. ...Datore di lavoro posse confirma