Il marito non si lava? Niente sesso!
La Corte di Cassazione ha sottolineato che questo genere di condotta può integrare la fattispecie del reato previsto dall'articolo 609 bis del codice penale sulla violenza sessuale.
Due sentenze della Corte di Cassazione danno ragione a due mogli che non volevano avere rapporti sessuali a causa del cattivo odore dei rispettivi mariti.
Secondo quanto riportato dallo Studio Cataldi, per ben due volte la Corte di Cassazione si è pronunciata su due casi molti simili in cui le mogli si rifiutavano di avere rapporti sessuali con i rispettivi mariti a causa dei problemi di pulizia dei coniugi. Con le sentenze n. 30364/20 e n. 980/2014, infatti, la Corte di Cassazione ha affermato:
«Insistere quando la propria compagna non sopporta i cattivi odori e rifiuta di avere un rapporto se prima non ci si lava a dovere, vuol dire negare la libertà sessuale dell'altro».
In questi due casi, la Corte di Cassazione ha sottolineato che questo genere di condotta può integrare la fattispecie del reato previsto dall'articolo 609 bis del codice penale sulla violenza sessuale. Di qui, la condanna per i due mariti che avevano letteralmente costretto le rispettive partner ad avere relazioni sessuali anche se le due donne si erano rifiutate a causa del cattivo odore.
Sempre secondo quanto riporta lo Studio Cataldi:
«In una delle due pronunce, la Corte ha anche chiarito che la circostanza in cui la moglie avesse manifestato di essere d'accordo a fare sesso con il proprio partner se solo quest'ultimo si fosse lavato, non può far venir meno la violenza del rapporto sessuale».
Questo genere di rapporti sessuali, infatti, proprio per la loro natura coercitiva e violenta, secondo la Corte di Cassazione, possono trasformarsi a tutti gli effetti in una violenza sessuale. Il cattivo odore, insomma, è un motivo più che sufficiente per rifiutare legittimamente un rapporto sessuale con il proprio coniuge.
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