Se la madre sbaglia, paga le spese legali e la sanzione derivante dalla lite temeraria.
Quando la madre si oppone senza validi motivi all’atto di precetto azionato dal padre del minore, la madre paga le spese legali e la sanzione derivante dalla lite temeraria.
Con una recentissima sentenza del 28.06.2019, il Tribunale di Milano, nell'ambito di un procedimento di opposizione al precetto ex art. 615 comma 1 c.p.c, ha condannato la madre del minore a rimborsare al padre le spese legali del procedimento giudiziario nonché a pagare,sempre al padre,un'ulteriore somma per la cd "lite temeraria", prevista dall'art. 96 comma 3 c.p.c. Questo articolo poc'anzi citato risponde ad una funzione sanzionatoria delle condotte di quanti, abusando del proprio diritto di azione e di difesa, si servano dello strumento processuale a fini dilatori o del tutto strumentali, contribuendo così ad aggravare il volume del contenzioso.
In sostanza il padre in data 10.05.17 aveva ottenuto una sentenza favorevole in un procedimento relativo al riconoscimento di un minore con una conseguente condanna della madre al pagamento delle spese legali e alla lite temeraria. In particolare si era reso necessario il ricorso al giudice da parte del padre che aveva chiesto alla madre di procedere all'accertamento del DNA in "via amichevole". All'esito dell'accertamento citato (ove è stata accertata la paternità del minore) eseguito dopo la prima udienza, la madre, invece di chiudere amichevolmente la causa come suggerito dal giudice, l'ha proseguita del tutto inutilmente nonostante la disponibilità del padre a chiuderla;
Nel caso concreto esaminato dal giudice, il comportamento processuale complessivo della madre è stato caratterizzato dalla colpa grave, per vari motivi: i)non ha allegato né provato le proprie precarie condizioni economiche; ii) non poteva avvalersi di argomentazioni anteriori alla formazione del titolo esecutivo; iii) non ha mai espressamente preso posizione contro le ragioni che avrebbero portato alla propria condanna con la sentenza del 2017.
In conclusione, la madre ha "perso" la prima causa ed ha cercato di "vincere" in una seconda causa. Invece ha "perso"(anche denaro) in entrambi i procedimenti giudiziari. Ciò fa comprendere ai cittadini che con la Giustizia non si deve scherzare.