Animali in condominio: cosa dice la legge?
Secondo il Codice Civile: "Le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici".
Cosa sancisce la normativa in merito alla presenza di animali nel condominio? Cosa succede nel caso di un appartamento in locazione?
Il condominio spesso è un focolaio di liti e problemi. Una delle ragioni che possono causare le discussioni fra condomini è la presenza di animali domestici e di vicini che non sono troppo contenti di condividere gli spazi comuni con loro. Cani che abbaiano durante la notte, gatti che camminano sul pianerottolo…questo tema può trasformarsi in un vero e proprio calvario se non viene chiarito immediatamente. Per prima cosa è necessario sapere cosa sancisce la legge in merito a questa tematica.
La normativa
Secondo la normativa, è illegale il divieto all'accesso di animali agli spazi condominiali. La modifica del giugno 2013 della legge n. 220/12, infatti, ha aggiunto un comma all'articolo 1138 del Codice Civile che sancisce che:
"Le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici".
Di conseguenza se l'assemblea condominiale dovesse approvare una norma contraria, i condomini potranno ricorrere, entro 30 giorni dalla delibera o dal ricevimento del verbale, al Giudice di Pace. Se invece il divieto d'accesso per gli animali è stato discusso e approvato in assemblea condominiale nella sezione "varie ed eventuali" e non come argomento all'ordine del giorno, questa decisione sarà direttamente nulla e sarà necessario solamente inviare una raccomandata A/R all'amministratore di condominio.
Gli animali, dunque, potranno entrare negli spazi condominiali, anche in ascensore, seguendo però delle regole che sono state diffuse dal ministero della Salute. Ad esempio, in caso di animale aggressivo sarà necessario usare guinzaglio e museruola. Eventuali problemi saranno di responsabilità del proprietario. L'animale potrà essere allontanato dal condominio solo se c'è pericolo di malattia confermato da periti o dall'Asl.
Se l'animale arreca disturbo agli altri condomini, ad esempio attraverso odori sgradevoli o problemi igienici, questi potranno inviare un reclamo nel caso in cui questi disturbi siano certificati o diventino intollerabili. Si potrà agire attraverso una delibera dell'assemblea condominiale o rivolgendosi direttamente al Giudice di pace e il responsabile potrà essere obbligato a ridurre il problema e/o al risarcimento del danno causato. Anche nel caso di rumori molesti, come l'abbaiare incessante di un cane, il disturbo e i danni ai vicini dovranno essere dimostrati. In questo caso il reato il disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone è previsto dal Codice penale e il proprietario dell'animale rischia una denuncia.
Gli appartamenti in locazione
La normativa non stabilisce cosa succede nel caso dell'accesso di animali in un appartamento in locazione. La disciplina, infatti, non è chiara in quanto da una parte stabilisce l'illegalità di divieto d'accesso per gli animali in condominio e dall'altra si afferma che questo divieto non sia valido, invece, per i contratti di locazione. L'orientamento che si segue solitamente è proprio quest'ultimo. Il contratto di locazione, infatti, è un accordo fra due parti.
Se il locatore stabilisce che non è consentito avere animali all'interno dell'appartamento e il conduttore accetta, il contratto sarà perfettamente legale.
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